Dopo la ricomparsa del testo ufficiale del DEF sul sito del MEF, e per esercitare un po’ di sano cazzeggio, può essere utile andare a spulciare alcune delle previsioni governative per il 2014 contenute nella versione pubblicata ieri sera e riconfermata questa mattina, dopo il rapimento del testo resosi necessario per correggere una lieve svista.
Come già segnalato, il DEF si caratterizza per un approccio molto prudente alle stime di crescita del Pil per il 2014, come è giusto che sia. Se si scava nel documento e si osserva la stima dell’impatto macroeconomico delle misure programmatiche, si scoprono alcuni numeri interessanti ed apparentemente meno realistici.
Relativamente al solo 2014, si osserva che tali misure avrebbero un impatto espansivo aggiuntivo sul Pil dello 0,3% (qui, pagina 34 del documento, oppure lo screenshot in calce a questo post). Quindi, con un complesso algoritmo, si evince che il governo aveva ipotizzato per quest’anno un base case scenario di crescita del Pil di solo lo 0,5%, un filo peggio del consenso delle istituzioni internazionali. In dettaglio, l’aumento delle detrazioni Irpef su redditi da lavoro dipendente darebbe uno 0,1% di crescita aggiuntiva (siamo nell’ambito degli arrotondamenti, non prendete tutto alla lettera, anche perché sono numeri). Nessun impatto, quest’anno, dalla revisione dell’Irap né dalla tassazione delle “rendite finanziarie” (quelle “pure”, ricordate?).
La spending review è attesa deprimere il Pil per uno 0,1%, tutto sul versante degli investimenti fissi lordi. A conferma del fatto che (almeno secondo il modello econometrico utilizzato dal MEF), il taglio della spesa è comunque depressivo nel breve periodo, anche se si tratta di “sprechi” (quelli che sono sempre altrui). Non vinceremo il Nobel per questa constatazione, comunque.
Dove i numeri differenziali diventano più corposi è invece sul capitolo delle “liberalizzazioni e semplificazioni”, che sono il portato di norme introdotte nel passato, e solo in parte modificate oggi. L’aumento differenziale maggiore in questo capitolo non è sul Pil (che cresce quest’anno dello 0,1% in più del baseline), quanto nella componente investimenti, che balzerebbe dello 0,7% rispetto allo scenario base. Non si sa invariato rispetto a cosa, visto che questi non sono provvedimenti del governo Renzi ma erano già in essere, alcuni addirittura da due anni, ma non sottilizziamo.
Se vi interessa, le leggi che quest’anno produrranno il balzo degli investimenti sono il Cresci Italia di Mario Monti, il decreto-semplificazioni (sempre di Monti), il “decreto del fare” di Enrico Letta. A voler essere malevoli, si direbbe che questi provvedimenti fossero particolarmente potenti ma solo ad orologeria, e che il buon Renzi ne trarrà corposo beneficio. Ma -ripetiamo- sono solo numeri, non vanno presi troppo sul serio altrimenti qualcuno potrebbe dirvi che tutta la crescita aggiuntiva viene innescata dalla fiducia montante per l’azione del nuovo governo.
Un contributo aggiuntivo alla crescita di quest’anno, sempre secondo il DEF 2014, viene dalla riforma della Legge Fornero, con le modificazioni introdotte dal dl 34/2014, cioè la parte del Jobs Act relativa a contratti a termine ed apprendistato. Secondo il DEF 2014, tale riforma della riforma produrrà, quest’anno, un aumento del Pil dello 0,2% rispetto allo scenario di base, con maggiorazione dello 0,4% ai consumi e dello 0,2% all’occupazione. Possiamo essere scettici e ribadire che, se manca la domanda, la rimozione di lacci e lacciuoli alle procedure di assunzione non è in grado di produrre, per sé, crescita aggiuntiva? E il DEF imputa al Jobs Act sui contratti a termine i due terzi della crescita aggiuntiva del Pil per il 2014. Dal prossimo anno, secondo i numeri prodotti dal MEF, il sollevamento pesi della crescita lo faranno soprattutto i consumi privati a seguito degli 80 euro in busta paga per i lavoratori dipendenti a minore reddito. Sempre che, nel frattempo, la Tasi senza detrazioni su prima casa e carichi familiari e le ulteriori maggiorazioni Irpef, comunali e regionali, non abbiano spento la fiammella della Rivoluzione.
Ma soprattutto, non prendiamoci troppo sul serio: questo post è un divertissement, così come lo sono il DEF (ogni DEF) ed i modelli econometrici che sputano tali numeri. Anche quelli di breve periodo.