In caso vi fosse sfuggito, vi segnaliamo un post apparso sul blog di Beppe Grillo che spiega come e qualmente sia possibile avere la botte piena e la moglie ubriaca, punire i cattivi e premiare i buoni, avere burro e cannoni, nell’ormai stucchevole caso di MPS. Un esempio da manuale di come si possa lisciare il pelo all’uditorio ed all’ignoranza, per portare a casa consenso, in attesa di arrivare nella stanza dei bottoni. E, ovviamente, rompersi i denti.
Tralasciando la premessa (i bilanci di MPS sono falsi da quel dì, ergo gli ultimi aumenti di capitale sono illegittimi), quello che si deve fare, per l’anonimo estensore grillino, è semplice e definito, nientemeno che dall’odiata direttiva BRRD, almeno nel magico mondo mentale dei pentastellati. Il primo passo, decisamente radicale, è addirittura la messa in liquidazione di MPS, causa “livello insostenibile di esposizione alle sofferenze” e passività legali contingenti alla tempesta di ricorsi contro aumenti di capitale definiti “abusivi”. Leggendo questo punto, uno pensa “bene, è la liquidazione coatta amministrativa; evidentemente la banca non è salvabile”. Poi però ci si chiede se i grillini conoscano procedura e conseguenze di tale liquidazione. Tra le quali vi è la riduzione dei crediti, cioè la richiesta ai debitori di rimborsarli pressoché immediatamente. Ohibò, e se i debitori non fossero in grado, che farebbero i nostri teneri grillini arruffapopolo? Non è dato sapere, forse ordinerebbero la cessione dei crediti della banca in liquidazione alle altre banche italiane, chissà.
Quello che è dato sapere, però, è che al punto 2 si rovescia il punto 1, autorizzando il governo italiano a fornire aiuti di stato alla banca in via di liquidazione, “per motivi di stabilità finanziaria”. Ohibò, stiamo liquidando una banca e nel frattempo la nazionalizziamo? Pare di sì, nel magico mondo grillino, perché servirebbe
«[…] iniettare capitale nella Banca per un importo sufficiente a far fronte ai crediti deteriorati (NPE) correttamente classificati. E quindi, nei fatti, nazionalizzare così MPS, fermo restando un’analisi approfondita di dati del bilancio ad oggi poco trasparenti»
La vedete, la modalità botte piena e moglie ubriaca? I cannoni e i cannoli? Procedo con la liquidazione di una banca ma anche con la nazionalizzazione, e vissero tutti felici e contenti. Dove questo sia scritto nella BRRD non sapremmo, ma sono dettagli. Esattamente, cosa sarebbe poi “l’importo sufficiente a far fronte ai crediti deteriorati”? Nel frattempo, mentre stanno liquidando ma anche nazionalizzando la banca, i nostri eroi applicano pure il bail-in, cioè azzerano gli obbligazionisti subordinati, almeno a giudicare da questa convoluta frase:
«[…] assicurare un contributo significativo all’assorbimento delle perdite e la ricapitalizzazione per i titolari di strumenti finanziari e altre passività ammissibili (Livello 1, Bassa e Alta Tier II) attraverso la svalutazione»
Quindi, abbiamo liquidazione, ricapitalizzazione e bail-in, che è strumentale alla seconda. Non sarebbe “per i titolari di strumenti finanziari” ma “dai titolari di strumenti finanziari”. È scritto in quel modo per non farsi capire, probabilmente, è meglio. Ah, avete notato la bizzarra espressione contenuta tra parentesi (Livello 1, Bassa e Alta Tier II)? Se non ci siete arrivati, vi diciamo noi di cosa si tratta: è la traduzione, in stile Google, di Tier 1, Lower e Upper Tier II, cioè i vari livelli di subordinazione delle obbligazioni da sottoporre a bail-in. Perché sia uscita questa traduzione da svalvolati è un mistero, tanto più che al punto successivo gli stessi strumenti sono citati correttamente in inglese. Dove siete andati a prendere questo testo, ragazzi?
Il punto successivo chiede agli obbligazionisti azzerati di perseguire legalmente il management della banca e le autorità di vigilanza, per recuperare i soldi. Certo, certo. Siamo certi che l’indennizzo sarebbe integrale e fulmineo. E che ci sarebbe capienza assoluta in capo alle persone fisiche citate in giudizio, “banchieri, politici e organi di controllo”. Ma noi ancora ci chiediamo per quale motivo si dovrebbe mettere in liquidazione una banca, cioè ordinare ai debitori della medesima di rimborsare pressoché immediatamente i prestiti, ma anche iniettarvi capitale per attutire il botto da realizzo immediato delle sofferenze. Se sei in liquidazione, non è necessario attuare una vendita a stralcio (fire sale) delle sofferenze: il recupero va avanti da solo, nei tempi necessari, perché è parte del processo di realizzo dell’attivo (le sofferenze sono all’attivo, popolo). E se metto soldi pubblici (ma anche degli obbligazionisti, azzerandoli con bail-in) per colmare il buco di capitale causato dal realizzo delle sofferenze, per quale diavolo di motivo dovrei anche mettere la banca in liquidazione?
Dopo di che, oggi, aprite il Financial Times e leggete i proclami del Guaglioncello Candidato Premier, che dichiara una cosa di questo tipo, per ribadire la sua contrarietà al bail-in, a prescindere:
The Five Star leader said any hit to private investors, particularly retail depositors and holders of junior debt in struggling banks, would create problems because “citizens would be paying for mistakes they did not make”.
But he also said institutions, such as fund managers, should be spared, arguing that to do otherwise would cause “even greater problem in terms of foreign investment, and also Italian investments which would move abroad”.
Parlatevi, figlioli. In caso, usate “lo staff di Beppe Grillo” e le sue mail come mediatore linguistico e culturale. In sintesi, siamo di fronte ad un testo scritto da un ubriaco, da un soggetto in malafede terminale, o profondamente ignorante. O tutte queste cose assieme. Bello giocare di rimessa e dall’opposizione vendendo quantità industriali di stronzate al prossimo, vero?