Ricevo e pubblico il commento di un dipendente di azienda di credito che ci riporta un po’ tutti sulla terra, mentre discutiamo appassionatamente di digitale, nuove tecnologie, Fintech ed impresa 4.0. Perché la strada da percorrere per promuovere e concretizzare quel concetto impalpabile ed elusivo chiamato produttività è terribilmente lunga ed accidentata, nel paese in cui si brandisce l’analfabetismo tecnologico come arma “libertaria” per impedire ogni limitazione all’uso dei contanti (a parte il taglieggio commissionale, s’intende, ma quella è altra storia).
Caro titolare,
in queste ultime settimane, dopo essermi sempre occupato di investimenti finanziari, in filiale ho modo di osservare le “microimprese”. Forse sarò banale ma il gap di produttività , che poi coinvolge anche le banche, lo vedo anche in piccoli comportamenti dei clienti. Ad esempio:
- Quelli che vanno nel pallone quando gli si comunica che gli avvisi delle ri.ba. arrivano su home banking e non più su carta;
- Quelli che chiedono un giorno sì e l’altro pure se è arrivato un bonifico e il saldo del conto;
- Quelli che vengono a portare gli incassi di monetine con il secchiello, intasando il povero cassiere, anziché programmare nella sede dove c’è la contasoldi self service;
- Quelli che portano i bonifici da fare con gli importi scritti a mano su un facsimile scritto con una antidiluviana macchina per scrivere Lettera 32 o giù di lì;
-  Quelli che chiedono una certificazione che gli è stata inviata su home banking e si convincono a cercarla (aiutati) solo dopo che gli dici che il duplicato costa;
– e potrei continuare …
Inorridisco ma tant’è. Un saluto.