- Le vie della spesa pubblica italiana sono infinite, come la fantasia di cui il nostro popolo, elettori ed eletti, è dotato. Peccato che le nostre risorse fiscali siano invece finite, in ogni senso;
- La rendicontazione come malattia esantematica del grillismo;
- Del resto, il MES pandemico è una diabolica trappola in cui il creditore non vede l’ora di perdere soldi;
- Meno concorrenza, agevolazione “involontaria” di mercati locali proni a collusione (oltre che ad infiltrazioni criminali), mano libera di firmare per i burocrati incapaci o corrotti, purché evitino il dolo. Ecco il “decreto semplificazioni“;
- Fenomenologia di Mariana Mazzucato e del suo stato investitore, frutto di una antica fascinazione per le oligarchie industriali-militari, e che finisce a microgestire i sussidi per le imprese;
- Non esistono atei nelle trincee né liberisti dopo una pandemia. Somiglianze e diversità tra governi di due paesi prostrati dal virus. Tra New Deal e Piani Marshall, la realtà giudicherà;
- Spagna e Regno Unito hanno pressione fiscale relativamente bassa, quindi potrebbero reggere più spesa per welfare. A patto che la qualità di spesa e imposte non sia “italiana”;
- I gabellieri della copia perduta;
- Il lavoro straordinario diventa ordinario e “diritto acquisito“?
- Manicomio Italia: nascono le aziende nazionalizzate figlie del mercato;
- Con la sola imposizione delle chiacchiere: edifici scolastici dismessi ma pronti ed agibili per metà settembre;
- “‘Bboni, state ‘bboni“: fare i virologi e diventare virali;
- Troppe idee portano alla paralisi: indovinate chi è l’unico paese a non aver ancora inviato a Bruxelles il programma nazionale di riforme;
E dopo la lettura, buon ascolto