Eventi epocali

L’Unità ci dispensa l’ultima perla del solito, avvilente modo di fare “informazione”.
“A Napoli un gruppo di disoccupati ha occupato la sezione elettorale di Piazza S. Maria degli Angeli, impedendo per un breve periodo le operazioni di voto. Nessuno scontro con la polizia intervenuta per liberare il seggio. All’origine della protesta pare ci sia la promessa fatta dal governo (in cambio del sostegno al candidato di centrodestra) di ricevere una delegazione di disoccupati e di ascoltarne le richieste”.

Che a Napoli ci sia (da sempre) la questione aperta dei disoccupati (più o meno “storici” ed “organizzati”) è problema talmente evidente che nemmeno i “democratici” governi del centrosinistra sono riusciti a risolvere. La logica del “pacco di pasta” in cambio del voto, a quelle latitudini, ma non solo, è forse una delle poche cose veramente bipartisan di questo paese. Scrivere quel “pare ci sia stata la promessa fatta dal governo” rappresenta lo zenit del giornalismo d’accatto, quello fatto di sussurri, grida e teorie cospirative, elemento quest’ultimo da sempre molto caro ad una parte (purtroppo non minoritaria) della sinistra, con l’ultima variazione sul tema, quella dei brogli preventivi, che sta venendo applicata anche alle presidenziali americane.

Personalmente, non avremmo attribuito una valenza così dirompente all’assegnazione di 7 (diconsi sette) seggi alla Camera, su un totale di 630, ma tant’è, il sano spirito di rivalsa democratica leva fiamme talmente alte che abbiamo deciso di partecipare al teatrino. Dei seggi in palio, quattro erano in precedenza assegnati al centrosinistra e tre al centrodestra.

Per il resto, l’affluenza alle urne molto bassa, è segno (azzardiamo) di una crescente disaffezione per la partecipazione politica a riti collettivi sempre più sterili.

Quando in questo paese si è introdotto quel centauro che è l’attuale sistema elettorale si è detto che i collegi uninominali avrebbero avvicinato il Palazzo alla gente. Bene, cosa realmente è cambiato? Il paese ha plebiscitariamente sfiduciato il governo? E questo scarso afflusso alle urne, anche nella “democratica” Toscana, che significa? Forse che questo governo ha talmente indebolito i meccanismi di partecipazione democratica o piuttosto che un congruo numero di cittadini si è stancato tra le altre cose di vedersi paracadutare nel proprio collegio elettorale candidati che nulla c’entrano con la realtà del territorio? In fondo, questa è una tradizione piuttosto consolidata, vedi Di Pietro al Mugello.Chi ha sentito le dichiarazioni di Zaccaria, a Milano in giro per mercati rionali a stringere mani, è rimasto a metà tra l’interdetto e l’indignato: continui riferimenti a beghe centrali, una spruzzata di “Milano non può essere umiliata in questo modo” e via recitando, nell’assoluta ignoranza delle tematiche locali (ahi ahi, che brutto aggettivo…). Ma Zaccaria non è poi così estraneo alla città di Milano: ha una sorella che ci vive, e lui è interista, quindi anche la sua “storica” elezione “nel feudo di Bossi” ha un valore fortemente simbolico, auguri.

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