Il ministro della salute, Girolamo Sirchia, è ufficialmente iscritto nel registro degli indagati a Milano con l’ipotesi di reato di corruzione. Avrebbe ricevuto somme di denaro a titolo di false consulenze (peraltro estero su estero) per favorire negli appalti la società statunitense Immucor, ai tempi in cui era primario del centro di immunoematologia del Policlinico di Milano. Fin qui, nulla da dire: si tratta di una procedura di garanzia che segna l’avvio delle indagini. Quello che lascia piuttosto perplessi, per usare un britannico understatement , è il fatto che la fotocopia dell’assegno di 11.000 marchi pagato da Immucor a Sirchia è stata pubblicata due giorni fa da Repubblica, quando Sirchia non risultava ancora iscritto nel registro degli indagati, ed ha quindi appreso dai giornali dell’indagine a suo carico. A ciò si aggiunga che i magistrati di Milano titolari dell’indagine avevano in precedenza deciso di secretare i verbali d’interrogatorio di Mino De Chirico, ex presidente di Immucor. Quindi, da un lato si procede per evitare fughe di notizie, dall’altro si riconferma la tradizionale, solidissima alleanza tra il Palazzo di Giustizia di Milano e il gruppo Espresso-Repubblica. Riuscirà l’accigliato Csm, sempre pronto ad aprire fascicoli per difendere l’onorabilità dei magistrati, oltre che per archiviare azioni disciplinari a carico di alcuni di essi, ad aprire l’ennesima istruttoria per questa fuga di notizie che per restare in tema potremmo definire “chirurgica”? Ne dubitiamo fortemente, sarebbe oltretutto tempo perso…
Secretare logora
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