To protect and to serve

Royal & SarkozyQualcuno tra voi considera il candidato presidenziale francese di centro-destra, Nicholas Sarkozy, come l’erede di Maggie Thatcher? Beh, si metta il cuore in pace. Il Nostro non ha paura della parola protezione, né di ciò che da essa etimologicamente discende. Commemorando l’anniversario della morte di Charles de Gaulle, e non essendo stato invitato dal presidente Chirac alle celebrazioni ufficiali a Colombay-Les-Deux-Eglises, Sarkozy ha preferito una commemorazione vivente ed attuale del Général:

“De Gaulle est celui qui par deux fois a évité la guerre civile, qui a créé la Sécurité sociale, donné le droit de vote aux femmes, achevé la décolonisation, fondé la V.ème République, assaini nos finances, refondé notre monnaie, réconcilié la France et l’Allemagne, mis en oeuvre le Marché commun, construit la Force de Frappe.”

Quindi, De Gaulle è l’uomo delle ruptures, ed il suo unico e vero erede spirituale è Sarkozy, non certo lo stantìo Chirac. Ma in che modo, vi chiederete, Sarkozy intende seguire le orme di De Gaulle? Lottando contro la mondializzazione, figlia degenere della globalizzazione. No, quindi, alla “mondializzazione felice” teorizzata dall’ex testa d’uovo di Carlo De Benedetti, Alain Minc. Al contrario, la mondializzazione è, per Sarkozy, alla radice del voto di protesta e dell’adesione di crescenti strati della popolazione alle tesi protezionistiche. Per il candidato all’Eliseo,

“Non è il caso di predicare, in nome della mondializzazione, la rassegnazione a quanti hanno visto le proprie condizioni di vita e lavoro deteriorarsi nel corso degli ultimi 25 anni. Io non accetto di sentir dire che quelli che soffrono non hanno capito nulla.”

Ed ecco quindi l’affondo, degno più di un Jean Jaurés che di un gollista:

“Je veux être l’homme qui dénonce les injustices pour les combattre. (…) L’Europe a besoin de protection. Le mot protection ne me fait pas peur.”

Dopo il declino del neoconservatorismo come fucina dei mali del mondo, ecco già pronto il degno sostituto, il monetarismo, ed una politica monetaria

“…qui ne se préoccupe pas suffisamment de la croissance et du chômage.”

Nel frattempo l’aspirante candidata socialista all’Eliseo, la fascinosa Segolène Royal, pare rischiare la nomination del proprio partito a pochi giorni dalle primarie, essendo stata immortalata in un video (girato lo scorso gennaio) mentre esprime dure e condivisibili critiche verso gli insegnanti della scuola superiore pubblica francese, rei di utilizzare il proprio esiguo orario di lavoro per creare società private (alcune delle quali quotate in borsa) che forniscono a pagamento quelle stesse lezioni di sostegno che sarebbero gratuite se i docenti fossero obbligati alle 35 ore settimanali. Beh, vi chiederete, che c’è di male in quella che appare una semplice constatazione di buon senso, per impedire furbesche e surrettizie “privatizzazioni per distrazione” di risorse pubbliche? C’è di male che i sindacati degli insegnanti hanno immediatamente alzato le barricate contro il tempo pieno, accusando Royal di ignorare la loro “missione” (i pubblici dipendenti hanno sempre una missione da compiere, non è una peculiarità italiana).
Ah, riguardo questo video, chissà se qualche gerarchetto del Ps tenterà di farlo ritirare dalla circolazione invocando una licenza Creative Commons

Rimettiamoci la maglia, i tempi stanno per cambiare. Il sandinista riciclato Daniel Ortega torna alla guida del Nicaragua avvicinandosi (o fingendo di farlo) al libero mercato ed agli Stati Uniti, mentre il gollista Sarkozy si scopre (o finge di scoprirsi) arruffapopolo e protezionista.

Capite ora perché non è proprio il caso di fare il tifo alle prossime presidenziali francesi?

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