Scrive oggi un analitico Christian Rocca:
“Considero questo governo addirittura peggiore del precedente, però due cose moderne e potenzialmente rivoluzionarie sono state annunciate. La privatizzazione (parziale) dell’Alitalia e il progetto di legge sulle coppie di fatto (anche se difficilmente a gennaio lo faranno passare). Ah, una terza. A babbo morto, Prodi ha riconosciuto che i nostri militari a Nassiryah non erano forza d’occupazione.”
E’ utile ricordare a Rocca (e non solo a lui) che quella di Alitalia tutto può essere considerata tranne che una privatizzazione, neppure parziale. Il governo italiano si ostina a credere di poter dettare le condizioni di partecipazione ad un’asta pubblica, e non riesce a prendere consapevolezza che Alitalia è un’azienda che dovrebbe solo portare i libri in tribunale. Ad oggi, nessuna compagnia straniera si è detta interessata all'”affare”, ed è di ieri la notizia che Carlo De Benedetti avrebbe cortesemente declinato l’invito di Romano Prodi a fare un’offerta. Analogamente, anche Banca Intesa avrebbe risposto picche.
E questo malgrado le legittime aspettative del premier, dopo i graziosi doni offerti alle banche italiane, sia attraverso la centralizzazione fiscale su conto corrente delle transazioni dei lavoratori autonomi e dei professionisti, sia dopo che il Consiglio dei ministri ha eliminato, giorni addietro, la normativa (introdotta nella precedente legge finanziaria) che poneva un tetto del 30 per cento ai diritti di voto delle Fondazioni bancarie nelle rispettive aziende di credito. Una normativa che ha beneficiato sia la Fondazione Cariplo, azionista di Intesa, sia la Fondazione Monte dei Paschi. Il caso di quest’ultima è particolarmente delicato.
Con il 58 per cento del capitale di Banca MPS, la Fondazione senese è stata costretta, due anni addietro, a trasformare il 9 per cento delle azioni ordinarie in azioni privilegiate, solo per poter affermare di non avere la maggioranza assoluta del capitale ordinario della banca. Il tetto del 30 per cento ai diritti di voto avrebbe costretto la Fondazione a trovare degli sleeping partner per impedire la potenziale (e comunque altamente improbabile) scalata di Banca MPS. Tale è stata la gioia dei senesi per lo scampato pericolo, da indurre il presidente della Banca (e fino a pochi mesi fa presidente della Fondazione), Giuseppe Mussari, a dettare alle agenzie un’estasiata dichiarazione di elogio al governo, che starebbe guidando la “privatizzazione” di Alitalia “nel rispetto del mercato” (sic). Un evidente messaggio di disponibilità ad entrare nel nucleo dei soci di controllo di Alitalia, che ora sembra tuttavia rimessa in discussione dal passo indietro di Intesa (e Sanpaolo).
Come ha scritto Carlo Stagnaro,
Gli Stati che hanno dovuto risanare aziende di trasporto aereo, dunque, o l’hanno fatto in proprio per massimizzare il gettito delle privatizzazioni, oppure hanno assegnato il compito ai privati, a cui sono state lasciate le mani completamente libere attraverso la procedura di bancarotta.
Da contribuenti, attendiamo speranzosi i prossimi giorni e settimane per verificare l’esistenza di questo mitologico “interesse di mercato” per un’azienda decotta, almeno nell’attuale assetto. Vorremmo tuttavia consigliare a Rocca, si parva licet, di non entusiasmarsi per gli effetti-annuncio di un governo incapace di mantenere invariato per due giorni consecutivi anche un solo articolo della legge finanziaria.
Riguardo l’altro punto segnalato dal Nostro, il futuribile disegno di legge sulle coppie di fatto, siamo decisamente al surreale. Perché magnificare un provvedimento che ha tutte le fattezze di una dichiarazione di principio ma che mai si tradurrà in atti di governo sostanziali, visti i veti interni ed esterni alla coalizione? Trovare motivi di compiacimento per atti che certificano l’impotenza riformatrice di un governo è solo l’ennesima conferma dell’arretratezza culturale italiana, fatta di intellettuali da salotto a cui la realtà sfugge sistematicamente, ma che sono tuttavia particolarmente versati a spiegare ai comuni mortali come funziona il mondo.
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