Ieri il consiglio dei ministri ha varato il decreto che cancella la sanatoria sui reati contabili. Ma Antonio Di Pietro si è comunque sfogato, dopo la riunione di governo.
“Se dessero a me la delega per rintracciare il criminale che si è inventato quella norma, lo beccherei subito. Qualche idea io già ce l’ho. È chiaro che quell’emendamento l’ha scritto uno dall’intelligenza finissima e dalla cultura giuridica raffinata. Si deve trattare di un magistrato in pensione o di un altissimo dirigente dello Stato. E quando si becca l’autore materiale, si becca anche il mandante. Che, naturalmente, è un ministro. Su questo, però, non mollo. A Prodi l’ho detto. Non è stato un errore. Adesso voglio sapere chi è il mandante. E cercherò di scoprirlo anche a Caserta”.
Un governo che non riesce ad individuare l’estensore materiale di un proprio emendamento non sembra un governo particolarmente presente a sé stesso. Per scoprire il colpevole suggeriamo a Di Pietro una seduta spiritica. Prodi potrebbe servire alla bisogna.