Il Sole-24Ore ha scoperto una piccola norma inserita in Finanziaria che servirà a far pagare più tasse, in modo occulto, ai proprietari della casa in cui vivono. Dal prossimo primo gennaio, infatti, il precedente sistema di deduzioni dall’imponibile verrà sostituito da un sistema di detrazioni d’imposta, per carichi di famiglia e per redditi da lavoro o pensione.
Il sistema delle detrazioni d’imposta è costruito sul concetto di “reddito complessivo”, che differisce da quello di reddito imponibile in quanto nel primo viene inserito anche il reddito figurativo della prima casa, cioè la sua rendita catastale. Le detrazioni sono costruite secondo un meccanismo che prevede la loro riduzione al crescere del reddito complessivo fino alla soglia di 55.000 euro, oltre la quale si ha il loro azzeramento.
Nella definizione di “reddito complessivo”, però, rientra anche la rendita per abitazione principale, con relative pertinenze, in quanto classificata tra i redditi da fabbricati. Dal 2001 l’abitazione principale, pur concorrendo a formare il reddito complessivo per il contribuente, non è tuttavia assoggettata ad Irpef.
Tuttavia, le modalità tecniche con cui nel tempo è stata costruita questa esenzione comportano che, ogni volta che una norma di legge fa riferimento alla nozione di “reddito complessivo”, rischia di penalizzare i contribuenti se non si prevede espressamente un’esenzione per l’abitazione principale. E questa esenzione non è stata prevista nella Finanziaria per il 2007. Sicchè, quando il datore di lavoro, come sostituto di imposta, tasserà il reddito imponibile del lavoratore, riconoscerà le detrazioni facendo riferimento al “reddito complessivo”, che più alto dell’importo su cui si paga Irpef proprio per la presenza della rendita catastale sulla prima casa. Morale: meno detrazioni d’imposta, più tasse. Al danno, poi, si aggiunge la beffa, come scrive il Sole:
Si ha così una sorta di imposta indiretta che il lavoratore è chiamato a pagare sulla prima casa. Per di più il lavoratore dovrebbe preoccuparsi di comunicare la rendita per abitazione principale al datore di lavoro; altrimenti sarà poi costretto,nella dichiarazione dei redditi, a restituire le maggiori detrazioni che inevitabilmente il datore ha calcolato.
Una nuova dimenticanza di un governo e di una maggioranza che hanno perso il controllo del processo di genesi legislativa? O l’ennesimo balzello per raccogliere imposte da destinare a maggior spesa pubblica improduttiva? In attesa che il detective Di Pietro indaghi anche in questa direzione, gli italiani si preparino a pagare più imposte. Ma questa non è esattamente una notizia.