Femminismo e antiproibizionismo, reloaded

Quello che segue è un brano tratto da Radio24, in cui uno dei fondatori dell’Ucooii, l’Unione delle Comunità ed Organizzazioni islamiche in Italia, sostiene che sarebbe auspicabile che il nostro paese legalizzasse la poligamia, perchè tale pratica “protegge le donne dalle fregature degli uomini”, altrimenti i poligami saranno costretti ad “entrare in clandestinità”. Due constatazioni s’impongono. La prima è che sarebbe interessante conoscere al riguardo l’opinione delle femministe e più in generale della sinistra, col tempo divenuti piuttosto indulgenti verso l’affermazione di simili “precetti”. La seconda è relativa alla componente antiproibizionista contenuta in tale modo di argomentare. Estremizzando, si giunge alla conclusione che nulla dovrebbe essere vietato, per evitare l'”entrata in clandestinità”, e poter attuare il principio di “riduzione del danno”.

Ucooii la Zanzara

Analogicamente, quindi, oltre alla poligamia lo stato non dovrebbe neppure vietare l’infibulazione. Come è facile constatare, da un’applicazione sistematica e pedissequa dell’antiproibizionismo si giunge rapidamente ad esiti aberranti. C’è materia di riflessione, aldilà delle stranianti affermazioni di quanti vorrebbero introdurre la sharia nella legislazione italiana.

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