Liberalizzazioni alle vongole: estinzione anticipata dei mutui

Tra le misure contenute nel secondo pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni, una prevede che l’acquirente della prima casa possa chiedere l’estinzione anticipata o parziale del mutuo (a condizione siano trascorsi tre anni) senza pagare la penale. In astratto, sembra un provvedimento utile a consentire ai mutuatari di rinegoziare il proprio debito alle migliori condizioni correnti di mercato. Nella sostanza, tuttavia, le banche saranno comunque in grado di non subìre decurtazioni della propria redditività.

Per comprenderne il motivo, occorre spiegare che quella dell’estinzione anticipata del mutuo rappresenta un’opzione del debitore. Nello specifico, si tratta di un’opzione put acquistata dal debitore e venduta dal creditore. Il compratore di un’opzione put ha la facoltà, ma non l’obbligo, di consegnare al venditore della stessa una data quantità di uno strumento finanziario ad un certo momento e ad un certo prezzo.

Senza entrare nelle tecnicalità delle opzioni (che potete trovare qui), è sufficiente dire che l’opzione ha un prezzo, che è funzione di vari parametri. Nel nostro esempio, tale prezzo (non esplicitamente dichiarato nel contratto di mutuo) viene fissato dal compratore dell’opzione, cioè dalla banca. Per incassare tale prezzo alla banca basterà aumentare, ceteris paribus, il tasso nominale che essa pratica sul mutuo, sia esso fisso o variabile.

La teoria delle opzioni nel pricing degli strumenti e dei contratti finanziari stipulati dalle banche con la clientela retail viene di solito ignorata dai media e dalle associazioni dei consumatori, che in Italia sono poco più che analfabete, e tendono a far coincidere il concetto di liberalizzazioni con quello di “spesa proletaria”.

Anche con questo esempio (gli altri li trovate qui, qui e qui) non vogliamo affermare che tutti i provvedimenti contenuti nel secondo pacchetto Bersani siano inefficaci; ma occorre comprendere che intervenire solo sui prezzi di fornitura di singoli beni e servizi, in una logica da tariffe amministrate e senza agire sulle effettive dinamiche competitive dei settori, non produce benefici durevoli per i consumatori.

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