di [Ja], esule, ex-elettore della sinistra italiana
Tutte le famiglie sono uguali di fronte alla legge, ma alcune famiglie sono più uguali di altre.
Mentre nella maggior parte dei paesi civili, dalla Danimarca che lo ha fatto nel 1989 al vicino svizzero e calvinista che ha appena ampliato il Concubinat, si pensa a estendere i diritti civili per venire incontro alla società che cambia, in Italia si pensa a difendere la famiglia. Ora, posto che quello di famiglia è un concetto relativamente recente, e che si può anche comprendere la difesa della cosiddetta famiglia tradizionale [*] da parte di gente genuinamente convinta che le unioni civili siano il male assoluto, quel che non si capisce è l’ipocrisia di chi parla di famiglie per mero calcolo di interesse o elettorale.
Lasciamo perdere i pii Berlusconi e Casini divorziati e oggetto di lettere a mezzo stampa delle mogli, di letto o politiche che siano; sono giustamente cavoli loro. Quel che non si può fare a meno di osservare è che una delle poche cose di sinistra per la quale il governo Prodi è nato e per il quale vale ancora la pena mandarlo avanti, è stata impallinata senza ritegno e senza vergogna e diluita in una generica politica di “Rilancio delle politiche a sostegno della famiglia attraverso l’estensione universale di assegni familiari più corposi e un piano concreto di aumento significativo degli asili nido”. Come se il problema delle famiglie fossero gli assegni familiari e gli asili nido.
Marco Travaglio sette giorni fa aveva previsto tutto: i sacri valori della famiglia vengono prima, soprattutto se si tratta di quella di Follini.
Ce la meritiamo, questa classe politica di incapaci.
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[*] Art. 29, Costituzione della Repubblica Italiana:1.La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
2.Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.
Si potrebbe a lungo discutere del perchè e del percome quei lungimiranti dei costituenti non abbiano qualificato i coniugi in uomo e donna, ma lasciamo ‘ste cose a Rosy Bindi.