Buongiorno Marcegaglia

Sul costo del petrolio, per Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, influisce la forte domanda ma anche la speculazione. La leader di Viale dell’Astronomia poi sposa la proposta del premier Silvio Berlusconi di definire un tetto per il prezzo del barile. Marcegaglia ne ha parlato, oggi a Mestre (Venezia), a margine della presentazione del rapporto economico della Fondazione Nord Est.

“Sul petrolio c’è una domanda molto forte ma anche un grande effetto speculativo. Sull’imposizione di un tetto al prezzo sono favorevole; se si potesse fare con un accordo internazionale – ha rilevato – perché no. Credo che questo problema delle materie prime e del prezzo del petrolio stia scardinando l’economia internazionale, quindi un accordo in questo senso che scoraggi la speculazione penso potrebbe essere cosa utile”.

Beh si, un bel tetto al prezzo del petrolio non sarebbe male. La proposta ricorda quel generale francese che, durante la seconda guerra mondiale diceva: “Fate bollire l’acqua del mare, così gli U-boot tedeschi saranno costretti ad emergere e noi potremo catturarli.” Di fronte alla perplessità dei suoi sottoposti, che chiedevano lumi su come far bollire l’acqua del mare, il generale diceva: “Io mi occupo di strategia, non di tattica.”

E’ singolare che questa considerazione sul tetto al prezzo del petrolio venga da una bocconiana, che parla come un libro stampato ma spesso senza dire assolutamente nulla di rilevante. A livello teorico (e surreale) potremmo immaginare la creazione di un cartello di compratori, una sorta di monopsonio planetario per contrapporsi al cartello Opec ed ai produttori non-Opec. Ma il buon senso, ed i differenti obiettivi strategici dei compratori suggeriscono l’assoluta inconsistenza della proposta sulla quale tuttavia, visto il proponente, ci attendiamo copiose articolesse elogiastiche da parte dei soliti noti.

Malgrado tutto comprendiamo la posizione di Marcegaglia: in Confindustria c’è crescente perplessità (per non dire irritazione) per alcune decisioni del governo, come il mancato alleggerimento fiscale, il taglio alla spesa per investimenti infrastrutturali e la Robin Tax, ma c’è soprattutto la volontà di non irritare Palazzo Chigi e via XX Settembre prima di essere riusciti a portare a casa qualche risultato. Aspettiamo e vediamo quanto durerà la luna di miele. Ma certamente solo in un paese ammalato di analfabetismo economico è possibile che simili proposte riescano ad ottenere spin mediatico, anche se si tratta solo di messaggi in codice tra poteri forti o presunti tali.

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