Secondo dati elaborati da Bloomberg, dall’inizio della crisi creditizia le istituzioni finanziarie della regione America (di fatto, quasi esclusivamente gli Stati Uniti), hanno effettuato svalutazioni e riconosciuto perdite su crediti per 410,4 miliardi di dollari e raccolto capitale per 342; l’Europa ha registrato 222 miliardi di perdite e svalutazioni e ricapitalizzato per 276,6; l’Asia ha contabilizzato perdite per 25,4 miliardi e raccolto capitale per 22,4.
A livello di singole aziende, le maggiori perdite sono state finora contabilizzate da Wachovia (96,5 miliardi di dollari), Citigroup (68,1 miliardi), Merrill Lynch (58,1 miliardi), Washington Mutual (45,6 miliardi), UBS (44,2).
Questo per la precisione, ed anche per rettificare alcune sciocchezze lette in giro per i blog, che sostengono che le perdite avrebbero colpito maggiormente l’Europa. Sciocchezze che ben si accompagnano con tradizionali tesi cospirazioniste sul virus dei subprime che gli amerikani avrebbero inoculato in giro per il mondo per impedire il crollo del dollaro. Varrebbe sempre la regola di parlare su cose che si conoscono, e produrre uno straccio di numeri a supporto. Ma un’applicazione troppo rigida di questa norma porterebbe all’estinzione di buona parte della blogosfera, quindi non bisogna essere troppo fiscali.