Dunque: la Bce taglia di 75 punti-base, al 2,5 per cento; la Francia attua una manovra di valore pari all’1,3 per cento del Pil, che porterà il rapporto deficit-Pil al 4 per cento nel 2009, e dovrebbe realizzare un impulso espansivo pari allo 0,8 per cento il prossimo anno. L’Italia realizza una misura espansiva pari allo 0,3 (zero virgola tre) per cento del Pil, e il governo non dichiara l’impatto stimato sul Pil del 2009 (forse perché i modelli non riescono neppure a vederlo, un simile impatto).
A questo punto, mentre il mistero sulle scelte di Tremonti si infittisce, e nascono interessanti esegesi, restiamo in attesa di leggere i soliti tromboni del centrodestra che se la prendono con la Bce per la mancata crescita, anzi a questo punto diciamo pure per la profondità della recessione. Come dite? Che noi abbiamo il debito-Pil sopra il 100 per cento e non possiamo “fare i fenomeni”? Si, avete ragione, soprattutto dopo aver immolato 4 miliardi di euro per un taglio regressivo dell’ICI e non meno di 3 miliardi per il pennacchio tricolore di Alitalia, ma potremmo comunque realizzare una “operazione-twist“: tagliando subito le imposte e definendo un sentiero credibile di tagli di spesa corrente, come quelli che si potrebbero attuare dal versante previdenziale. Poi, se non lo si vuole fare perché sennò gli “imbarazzanti” sondaggi di popolarità iniziano a piegare al ribasso, non tirate la giacca a Trichet, per favore.