Nuovo cammeo nella galleria degli orrori dei bailout pubblici americani: AIG rinegozia l’ennesimo salvagente con lo Zio Sam. Le azioni privilegiate sottoscritte dal Tesoro diverranno ordinarie. Fantastica la motivazione: preservare la liquidità dell’impresa, visto che le azioni privilegiate pagavano una cedola del 10 per cento e le ordinarie non pagano dividendo. Ma è chiaro a qualsiasi soggetto sano di mente che la liquidità, in una entità controllata dallo stato, è concetto fittizio ed irrilevante quanto una partita di giro. Assai più tangibili, per contro, sono i retention bonus pagati da AIG ai propri manager, per non farsi sfuggire queste professionalità decisive per il successo aziendale. Questo non è l’ultimo bailout: a breve si avrà l’ulteriore ristrutturazione dei termini dell’intervento pubblico, visto che la società ha venduto protezione creditizia attraverso credit default swaps ed ora, al deteriorarsi del rischio di credito del sottostante, deve continuamente integrare la garanzia, in una spirale infernale.
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