«Il sommerso è stato una scelta sociale implicita, che svolge una funzione soprattutto nei tempi di crisi. Il sommerso è un grande ammortizzatore sociale. Attenzione: non grido “viva il sommerso”. Prendo atto della realtà» – Renato Brunetta
Un esecutivo che nei giorni pari “prende atto della realtà”, una realtà fatta di diseguaglianze ed illegalità (chiamiamole balcanizzazioni, suvvia) piccole, grandi, necessarie e necessitate, senza tentare di incidervi strutturalmente, e nei giorni dispari propone solennemente degli “standard legali” per riportare l’etica sui mercati e nel mondo, suona vagamente dissociato.
Tornando all’italico ammortizzatore, e premettendo doverosamente che il Pd sta semplicemente giocando di rimessa, e con tasso di demagogia eguale e contrario a quello della maggioranza, per prendere tempo e coprire la resa dei conti al proprio interno, non sta scritto da nessuna parte che l’assegno di disoccupazione debba essere di importo fisso e indifferenziato. E neppure che tale importo non debba decrescere al trascorrere del tempo, in parallelo all’attivazione di iniziative di formazione permanente. Quindi l’argomentazione di Brunetta suona molto espediente dialettico per distogliere dai veri termini della questione. Se non si mette mano ad una riforma complessiva del mercato italiano del lavoro, che ponga fine al dualismo tra insider ed outsider (ed allo sconcio del precariato), ogni altra “soluzione” sarà l’ennesimo rammendo ad una coperta sempre più logora che sta per strapparsi.
Si lavori all’ipotesi del contratto di lavoro unico, a protezioni crescenti nel tempo, con logica risarcitoria alla base della risoluzione del rapporto, ma senza salario minimo (sostituito da una integrazione reddituale che potrebbe prendere la forma tecnica dell’imposta negativa sul reddito) e si rimuova la stratificazione inefficace ed inefficiente di istituti di welfare che a tale dualismo contribuiscono, sostituendoli con un ammortizzatore universale, che non si definisce tale in base all’importo erogato, smettendo se possibile di giocare con le parole. Tutto il resto è tirare a campare, con qualche spruzzata di socialismo all’amatriciana.