Il paese normale che vorrei

E’ al contempo facile e difficile spiegare in che paese vorremmo vivere. Facile per l’elencazione delle caratteristiche della vita civile ed associata che desideriamo, difficile quando si tratta di individuare strumenti e modalità per conseguire tali obiettivi. L’Italia è un paese anomalo: troppo giovane per avere una cultura liberale consolidata, al punto che quella che ancora oggi residua in qualche glorioso partito-testimonianza è soprattutto di carattere post-risorgimentale. Al contempo, gli ultimi due o tre lustri hanno visto una tale corsa e rincorsa del sistema partitico (di destra, centro, sinistra) ad appiccicarsi sul paraurti dell’auto l’adesivo “Io sono liberale”, che il termine stesso appare ormai semanticamente così levigato (anzi, eroso) da essere ormai privo di autentica connotazione. Circostanza curiosa visto che, nella mappa delle percezioni dell’elettorato, non di rado il sostantivo “liberale” viene ancora censitariamente associato all’alta borghesia.

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