Immaginiamo che questa sia solo l’abitualmente immaginifica prosa di Vittorio Zucconi, che si alimenta del gusto per il paradosso, dell’happy end di Davide contro Golia, della nemesi dell’arroganza yankee che rigenera di continuo il Sogno Americano (l’abituale narrativa zucconiana), e che egli per primo non prenda alla lettera quello che scrive:
«Immaginare un'”America in 500″ oggi sembra ancora assurdo, un ossimoro, come ieri sarebbero stati impensabili un presidente americano nero, un miliardario russo o un banchiere cinese che salva Wall Street. Dunque può accadere»
Noi, per quello che vale, la pensiamo come Oscar Giannino:
«Solo degli sciocchi possono credere che la 500 si venda a centinaia di migliaia di unità nell’America profonda o nel Nordovest (idem dicasi per le Alfa, al di là di qualche migliaio per amatori)»
It’s damn challenging, direbbero a Corso Marconi, nel Michigan.