”Si dice che basti aspettare e si vedrà che in Italia saremo in grado di superare la crisi meglio di altri Paesi, grazie alle Pmi ed alla capacità di risparmio delle famiglie. Io non credo che sia così”. Lo ha detto, presentando il suo libro ‘Investire in conoscenza‘, il vicedirettore generale di Bankitalia, Ignazio Visco, spiegando che “ai lacci e lacciuoli antichi, l’inefficienza dei servizi pubblici, l’ambiente socio-economico ostile alle imprese ed il basso livello di capitale sociale, si sono aggiunti nuovi ostacoli”.
Fra questi, Visco indica ”il debito pubblico elevato, le infrastrutture insufficienti e la stasi della produttività. Sono vincoli antichi e nuovi che vanno rimossi”. Il vice direttore generale di Palazzo Koch ha infatti sottolineato che “da oltre un decennio il Paese ha difficoltà sottovalutate, che non sono esclusivamente economiche e che impediscono una crescita simile a quella di altri Paesi. La mia impressione è che la crisi rischia di peggiorare questo stato di cose”.
“Il Paese è poco preparato, soprattutto dal punto di vista della qualità del capitale umano”, ha spiegato Visco, secondo il quale, in questo momento, “l’economia, seppure in movimento, è sostanzialmente ferma. Per far fronte ai grandi cambiamenti occorre puntare a maggiori investimenti nel capitale umano”.
L’ultima iattura in ordine di tempo ad essersi abbattuta sul nostro paese è stata proprio questa narrativa del “noi ne usciremo meglio di altri”, costruita su premesse quali la migliore tenuta del sistema creditizio ed il minor livello di indebitamento del settore privato. Ovviamente queste condizioni, pur necessarie ad evitare la bancarotta del paese, erano e sono assolutamente insufficienti per autorizzare qualsivoglia ottimismo sugli esiti (peraltro ancora largamente indeterminati) di questa crisi. Sfortunatamente, essersi convinti che “le riforme le abbiamo già fatte“, ci porterà molti guai aggiuntivi in un futuro non troppo lontano. E quelli non potremo tentare di neutralizzarli facendoli pedinare da una troupe di Canale 5.