Anche voi, come editorialisti e notisti parlamentari, siete in trepida attesa del “giorno del giudizio”, quello in cui si saprà se Berlusconi ha ancora una maggioranza, oppure vi chiedete che accadrà dal giorno successivo?
Nel caso di ampio successo del premier (può succedere anche quello, non escludiamolo a priori), torneremo ad avere riforme tanto epocali quanto inesistenti, nemici che non ci lasciano lavorare, complotti planetari dei poteri forti contro l’Enrico Mattei di Arcore, lanci d’agenzia trionfali in cui veniamo avvertiti che siamo il paese con la disoccupazione più bassa d’Europa, che ne usciremo meglio di altri, che la crisi è psicologica o al più responsabilità della stampa disfattista?
Oppure il premier sarà battuto, magari ottenendo una fiducia striminziata, che certificherà la nuova-vecchia era dell’incertezza, dei fantasmatici terzi poli, del moderatismo furbetto che gioca di rimessa quando è all’opposizione e si fa gli affari propri quando è al governo, delle manovrette in penombra accompagnate da taumaturgiche ricette di politica economica che non resisterebbero lo spazio di un mattino, degli estenuanti dibattiti sulla pallottola d’argento di un sistema elettorale che farà di questo paese di levantini una nazione moderna, visto che Natale è vicino a la letterina non l’abbiamo ancora scritta? In altri termini, avremo una vecchia politica o una politica vecchia? Esprimete il vostro desiderio, in attesa che l’economia ci prenda a ceffoni.