Ignazio l’emiliano

A conferma dell’impressione che il mondo è sempre più complesso e servono pertanto più competenze (ed altrettante poltrone), oggi lo scalpitante (nel senso di scalciante) ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è tornato a sottolineare la necessità di non ridurre il numero di consiglieri e di assessori nelle città più grandi come Milano e Roma, malgrado lo stralcio dell’articolo del Milleproroghe che prevedeva proprio una deroga per i capoluoghi più popolosi.

“Resto convinto – ha detto La Russa, al termine di una riunione politica di maggioranza a casa del sindaco di Milano Letizia Moratti – che per città come Roma e Milano ci sia stata troppa precipitazione nell’abbassare il numero di consiglieri e di assessori”. Per questo il ministro si è augurato che il governo o il parlamento possano con un provvedimento ad hoc ristabilire per i due capoluoghi il tetto dei consiglieri a 60 e quello degli assessori a 16, dopo il taglio rispettivamente a 48 e a 12.

“Mi sembra corretto un provvedimento governativo o parlamentare per permettere a Roma e Milano il salto di una legislatura. Al di là di tutta la demagogia non è certo in questo capitolo che si annidano gli sprechi della politica”.

No, ministro, non è in quel capitolo, ha ragione. A proposito, benvenuto nel magico mondo del benaltrismo: l’egemonia culturale della sinistra è viva e lotta insieme a noi. Naturalmente, La Russa non si è convertito alla gestione della complessità perché a Milano la Lega preme furiosamente per ottenere per il giovane hooligan Matteo Salvini la poltrona di vice della mamma di Batman, al secolo Letizia Moratti, mettendo a repentaglio lo scranno al quale il multifacente Riccardo De Corato è imbullonato da alcuni lustri. Chi pensa questo non ha capito nulla della complessità del mondo in cui viviamo. Ma di certo, se i costi della politica non stanno nel numero di consiglieri ed assessori di Roma e Milano, non è chiaro perché derogare solo per un mandato, anziché per sempre.

Ma niente paura, in soccorso di La Russa e ad ulteriore conferma della sudditanza culturale in cui è caduta la nostra destra, giunge il “modello emiliano”:

«Personalmente – ha detto La Russa – percorrerei la strada dell’Emilia Romagna, con il sindaco, il prosindaco e il vicesindaco»

Ma come, i comuni emiliani non erano un modello fallito? E comunque, i costi della politica abitano altrove. Magari nelle case del Trivulzio.

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