La puntata di questa sera di Annozero sarà utilissima agli storici (ma anche agli archeologi) che tenteranno di scrivere il post mortem della repubblica italiana. Un Vecchio Saggio Fondatore, che abitualmente spiega a dio dove abita, che con la sola imposizione della barba trasforma il “meticcio” in “mandingo” (perché “il meticcio è più prestante”); due filosofi tardo-ottocenteschi (soprattutto tardi) colpiti da abbondante salivazione di fronte al “tornante della storia” che tutto e tutti travolge.
Uno dei due, quello più “giovane” ed intraprendente, che reitera l’anatema contro i criminali che hanno accelerato il processo di globalizzazione, che è così divenuta “sincopata”, e non ne hanno voluto sapere di seguire la timetable fissata a Sondrio. Il direttore del primo quotidiano italiano (immaginatevi gli altri), che interpreta il ruolo, a lui assai congeniale, di “testimone del tempo”, inclusa l’asticella degli occhiali agganciata pensosamente al labbro e le gambe accavallate come l’altro grande divulgatore suo coevo, di nome Piero Angela. Il padrone di casa, noto tribuno della plebe, che si lancia in una infiammata inferenza sui cinesi che “importano il 20 per cento in più” (de che?), “ed esportano il 2 per cento in più” (de che, again?), prendendo il distortissimo dato di febbraio della bilancia commerciale cinese, sporcato all’inverosimile dalle festività per il nuovo Anno Lunare.
Il saggio della montagna (valtellinese) che invoca un tribunale di Norimberga contro gli speculatori, prima di essere notiziato che il governo italiano si oppone al divieto di operatività sui naked cds, proposto dal parlamento europeo; roba da rendere orgoglioso il Gordon Gekko prima maniera. Ma non ci sono diagnosi, solo “analisi”. Quelli che hanno letto un milione di libri, e quelli che non sanno nemmeno parlare. Il dramma è che le due categorie, in Italia, coincidono. Almeno dai tempi del latinorum di manzoniana memoria.