E’ fatta: dopo 16 anni, habemus quorum. E lo abbiamo sui quesiti più surreali che potessimo immaginare nella sceneggiatura di un paese sempre pronto ad entrare nel Confessionale, guardando in faccia il reality. Non avremo centrali nucleari che non avremmo comunque avuto; una legge già scardinata dalla Consulta, ed in scadenza tra pochi mesi, verrà sostituita da qualche altro colpo di genio del premier e dei suoi piccoli giureconsulti. E soprattutto, avremo acqua ancora più pubblica, in mano a enti pubblici dove i partiti potranno confortevolmente allocare, meglio se con quote rosa, i propri trombati ed i cari dei medesimi, finanziando i circa 100 miliardi di investimenti che mancano nel settore con tasse, o meglio non finanziando alcunché. Oppure, meglio ancora ed assai più probabile, facendo entrare i privati dalla porta di servizio con legge ad hoc, per rispondere al disagio delle multiutility del Pd.
Qualcuno parlerà di Alba della Nuova Era (o Hera?), di grande riscossa dei cittadini, stretti a coorte intorno alla “Nuova Proposta Politica” che emerge dalle acque, ma olezza di stantio lontano un miglio. Turbe festanti si getteranno nelle fontane pubbliche intonando Bella ciao. Il Poeta di Bari strimpellerà la sua arpa usando benzina per spegnere il fuoco perché l’acqua non si tocca, Bersani si rimboccherà le maniche, Di Pietro inviterà Berlusconi a smettere di stuprare bambine e ad uscire con le mani bene in vista, e soprattutto lontane dalla patta. Bossi ed i leghisti, che sembrano ormai prossimi a perdere definitivamente la trebisonda, si erano già più volte chiamati fuori dalla realtà: dapprima invitando Tremonti ad avere “più coraggio” e a trovare soldi che non esistono, poi mandando in avanscoperta il contadino Zaia, aggregandolo come tamburino di complemento alle truppe del Mulino Bianco.
L’uomo solo al comando, il più amato dagli italiani, farfuglierà che non è successo nulla e al limite è colpa della Dandini, e sostituirà Fede con Scilipoti, promettendo un ufficio di rappresentanza alla Vucciria per Micciché ed un piano Marshall per Sondrio. Ma eventi cone questi, che sono figli della demagogia e del populismo d’accatto col quale l’elettorato viene rabbonito ormai da un ventennio, hanno comunque una loro valenza terapeutica: dato lo stress prodotto dalla crisi, la popolazione deve trovare modo di sfogarsi e di incanalare la propria aggressività senza produrre danni allo status quo, e questi quattro referendum erano assolutamente perfetti alla bisogna. Aquam et circenses, fratelli, e que viva Padre Zanotelli.
Almeno fin quando non tornerà ad apparire evidente che la realtà vince sempre, sull’amore e sull’odio.
Update – I grillini prendono molto sul serio la Nuova Hera, e si candidano a gestire l’acqua direttamente, “da cittadini”. Sospettiamo che negli acquedotti siano stati disciolti degli allucinogeni. Ora sono problemi del Pd, proprio come nell’Apprendista Stregone. Travolto, non a caso, dall’acqua.