Puntate la sveglia

Mentre il neosindaco di Bologna, Virginio Merola, ha dichiarato di volersi godere l’esito referendario prima di prendere in mano la nuova situazione (un po’ come fanno i tifosi all’indomani della vittoria nella Champions’ o nel mondiale), la realtà dice che Hera è pronta a chiudere il rubinetto dei nuovi investimenti nel settore idrico, dopo aver onorato impegni per 26,5 milioni di euro previsti per il 2011. Nel frattempo, i grillini sognano ad occhi aperti di scorpori del business dell’acqua (non si può dire business, ma cercate di afferrare il senso), e loro attribuzione ad enti pubblici guidati da cittadini coscienziosi e motivati, previa elezione online dopo esibizione del curriculum. L’unico problema è che questi scorpori non toccano neppure tangenzialmente il discorso del reperimento dei mezzi di finanziamento.

Si rincorrono boatos che parlano di una proposta di legge targata Pd che, all’abrogato articolo 154 del d.l. 152/2006, vorrebbe introdurre una norma in base alla quale un 4 per cento della tariffa verrebbe assegnata all’azienda erogatrice nella forma della copertura del rischio d’impresa. Anche se il 4 per cento, anziché il 7 è ovviamente del tutto demenziale, ai fini della remunerazione del capitale investito. Ma non ditelo in giro, o vi diranno che è una rendita.

A Reggio Emilia gli scatenati ed inconsapevoli grillini, spalleggiati dai referendari di “Acqua bene comune”, dalla sinistra onirica rifondarola e dai compagni leghisti, propongono un referendum cittadino consultivo per scorporare l’acqua dalla multiutility Iren, contro il volere del sindaco piddino, ed assegnarla ai Consorzi pubblici previsti dalla legge d’iniziativa popolare depositata dal Forum Italiano per l’Acqua, che stagna da quattro anni in parlamento, e che prevede tra l’altro che siano sempre i cittadini ad eleggere il cda. Come si nota, anche qui grande enfasi sugli assetti proprietari e sulla gestione “popolare” della struttura (sennò che “comune” sarebbe?), ma ancora nulla sulle fonti di finanziamento. Sono dettagli.

Attendiamo il risveglio, ma soprattuto la resa dei conti tra il vento di demagogia che spazza il paese ed il realismo degli opportunisti del Partito democratico. Chi vincerà, e quale dazio pagheranno il partito di Bersani e, soprattutto, il Belpaese?

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