Per il salvataggio della Grecia ci sarà un intervento in due tempi: domenica prossima (l’ormai ex Giorno del Giudizio) bisognerà dare il via libera alla tranche da 12 miliardi, l’11 luglio decidere sulla partecipazione dei privati al secondo intervento d’aiuto: lo ha detto il commissario Ue Olli Rehn lanciando un appello ai 27 “per superare le attuali divisioni”. Chi avrebbe mai potuto prevedere un finale così poco finale, eh?
Con questo intervento in due tempi, spiega Pinocchio Rehn in una nota, “eviteremo uno scenario di default e apriremo la strada a un accordo sulla strategia a medio termine”. Non sarà facile, ma Rehn crede “fermamente” che grazie a questo approccio, d’intesa con il Fmi, potranno essere evitati scenari catastrofici. “Ciò significherebbe – ha detto ancora il commissario – assicurare il finanziamento del debito greco fino a settembre”, mentre le decisioni sul medio termine, ovvero per il 2012-2013, saranno rinviate alla riunione dell’Eurogruppo dell’11 luglio”.
“Lancio un appello – sottolinea Rehn – ai decision maker, e più in particolare ai ministri delle Finanze dell’eurozona in vista dell’appuntamento di domenica, per superare le rimanenti differenze e giungere a un accordo responsabile davanti a questa difficile congiuntura”.
Che tradotto vuol dire questo: i fondi pubblici sovranazionali arriveranno comunque alla Grecia, e permetteranno di respirare per qualche mese, coprendo il deficit pubblico in via di formazione. Solo qualche mese, però, perché dal 20 agosto alla fine di dicembre scadranno titoli di stato greci per complessivi 14 miliardi. Nella riunione dell’11 luglio, quella “decisiva” esattamente come quelle che l’hanno preceduta e quelle che la seguiranno, la Ue tenterà di convincere i possessori di questa carta a non intascare il rimborso alla scadenza, ma a reinvestire in altra carta sovrana greca, ovviamente a tassi inferiori a quelli di mercato (e questo è un default). I quali possessori diranno di no, ed arriveranno altri aiuti sovranazionali (che si aggiungeranno a quelli che saranno deliberati a brevissimo), che serviranno ai rimborsi.
Ma voi tutto questo lo sapete già, giusto?
Nei fatti, il debito greco (ma anche quello irlandese e verosimilmente quello portoghese) continuerà ad essere ristrutturato per via “istituzionale”, cioè fuori mercato, fino al momento del default sovrano, che accadrà solo quando le banche saranno riuscite ad ammortizzarne le perdite. Ancora una volta, fondi pubblici proteggeranno crediti privati. La storia continua a ripetersi.
Si, ma fino a quando?