Sky lancia il servizio Sky Go, che consente a chi è già abbonato di guardare la programmazione di 19 canali della piattaforma satellitare via iPad. Bene, direte voi. Un po’ meno, diciamo noi, considerando tutte le problematiche che questa “rivoluzionaria” offerta comporta.
Intanto, il costo: ben 7 (sette) euro al mese, in aggiunta al costo dell’abbonamento. Non è infatti possibile avere Sky Go se non si è anche abbonati a Sky. Il pricing lascia molto perplessi. Né valgono le argomentazioni che di solito si portano nel caso dei paywall dei giornali. In quel caso, l’abbonamento al cartaceo non è in indissolubile bundling con quello via internet, e ci mancherebbe. Il prezzo appare quindi già esoso, sotto ogni punto di vista. Se l’obiettivo è quello di recuperare in fretta e furia gli investimenti aggiuntivi che sono serviti per l’operazione iPad, forse a Sky non sono poi così fiduciosi sullo sviluppo di questa ennesima forma di multicanalità.
Ma c’è dell’altro: accedendo al servizio con iPad, spesso viene visualizzata questa sconcertante schermata (cliccare per ingrandire):
Questo accade perché perché per alcuni programmi hanno i diritti per 3G ma non “per Internet”. Come se uno con i costi delle connessioni dati 3G potesse attaccarsi in streaming per vedere la TV.
La colpa, almeno in questo caso, non è tanto di Sky ma della catena dei diritti di autore che è diventata demenziale. I diritti vengono fatti dipendere dal canale. Puoi trasmettere quel contenuto lungo il canale 3G ma non lungo il canale “internet” e Wifi. Hanno replicato quello che fanno sui canali convenzionali: tu puoi comprare i diritti per TV Digitale e per satellite separatamente.
È demenziale. Così come è demenziale fare pagare, come fanno i giornali italiani, lo stesso contenuto più volte a seconda dello strumento che si usa. L’abbonamento al Corriere su iPad non vale per l’applicazione iPhone, tanto per fare un esempio.
Ancora una volta, anche al netto delle problematiche di diritti d’autore, si conferma l’approccio molto miope alla gestione commerciale delle nuove tecnologie. Evidentemente questa gente era al bar, quando hanno spiegato l’elasticità della domanda al prezzo. E per un paese come l’Italia, che ha un Pil pro-capite decrescente da tempo immemore, questo è sicuramente l’approccio più manageriale possibile, giusto?