Poiché la situazione europea è in stallo, malgrado fibrillazioni giornaliere sul nulla, ed in attesa che il famoso bazooka veda la luce (sperando che al primo colpo il rinculo non ci faccia secchi), il vostro titolare vi riciccia un pezzo di quasi un anno addietro, sulle italiche “prospettive” dopo la capitolazione irlandese.
Ricordate? Erano ancora i tempi gloriosi della crisi psicosomatica, del “noi ne usciremo meglio di altri”, degli altri che hanno le pezze dove non batte il sole, delle esaltanti perorazioni in sede Ue per includere nei nuovi criteri di sostenibilità del debito la “ricchezza” degli italiani. Del “noi non siamo l’Irlanda perché non abbiamo avuto una bolla immobiliare, le nostre banche sono sane”, eccetera eccetera. In realtà, la radice del problema era una ed una sola: la non crescita in un quadro di elevato debito. Come qui vi si dice da molti anni, del resto.