E via, verso nuovi guai

Era una giornata tranquilla e quasi noiosa, fin quando Mario Draghi non ha cominciato a parlare e a rispondere alle domande dei giornalisti, in conferenza stampa dopo la riunione del Governing Council della Bce. Che ha tagliato il tasso-chiave di politica monetaria all’1 per cento, ma soprattutto ha annunciato molte misure non standard per fornire liquidità alle banche.

Aste di liquidità a tasso fisso e piè di lista di 36 mesi, allentamento degli standard qualitativi minimi di stanziabilità di titoli in contropartita della Eurotower (presto si potranno mettere a garanzia anche i biglietti del tram, di questo passo), possibilità per le banche commerciali di mettere a garanzia anche i prestiti alle piccole e medie imprese, dimezzamento del coefficiente di riserva obbligatoria dall’1 al 2 per cento, per liberare liquidità per sostenere le banche con ogni mezzo possibile. E quindi, perché i mercati se la sono presa? Perché Draghi ha precisato, rispondendo ad una domanda, che la decisione non è stata presa all’unanimità (notiziona del tutto inedita) ma soprattutto, che se la Bce “triangolasse”, cioè prestasse al FMI per fare in modo che quest’ultimo presti ai governi europei in crisi, si avrebbe una violazione dello spirito dei trattati che regolano l’attività della Bce medesima. Non fa una grinza, Herr Draghi.

E qui i mercati hanno cominciato a picchiare, con rendimenti italiani in rialzo di un clamoroso mezzo punto percentuale. Ma il climax si è avuto dopo l’annuncio, da parte della European Banking Authority, dei dati definitivi sugli stress test. Come ricorderete, avevamo duramente criticato questi stress test, sospettandoli un trucco per penalizzare le banche italiane ed avvantaggiare quelle tedesche e francesi. Dolo o colpa?, ci eravamo chiesti. In realtà pare trattarsi di pura stupidità.

Per mostrarsi equanime ma severa, la EBA non ha ridotto il buco delle banche italiane, malgrado gli alti lai provenienti da casa nostra, ma ha alzato il gap da colmare a carico delle banche tedesche. Geniale. Ho scelto il giorno sbagliato per smettere di sniffare trielina, dirà ora qualche banchiere. Probabilmente le banche tedesche, che erano state beneficiate dalla valutazione a prezzo di mercato dei propri Bund, sono state oggi randellate per uso e abuso di capitale ibrido pubblico, ma attendiamo dettagli.

Che succederà, ora? Che le banche cercheranno, con ancor maggiore frenesia, di restringere il proprio bilancio, accentuando il credit crunch che già è in corso. Butteranno via titoli di stato, determinando forti allargamenti degli spread. Commerzbank verrà nazionalizzata ed il debito federale tedesco aumenterà, le agenzie di rating declasseranno tutta l’Eurozona ed anche il pianeta, visto che questa esplosione nucleare si irradierà per l’orbe terracqueo. Ha ragione Sarkozy: rischiamo l’esplosione. Per questo dovremmo piantarla di giocare con la nitroglicerina.

Ma a parte queste tecnicalità, che hanno gettato il mercato nello sconforto più cupo e rischiano di mandare a donnine di strada la sanguinosa manovra italiana e con essa l’intero paese, non gettiamo la croce sugli ottusi burocrati della EBA, dopo tutto. Pensiamo piuttosto come sono nati questi test, e chi li ha fortemente voluti durante l’estate, credendo di mettere “in sicurezza” il sistema bancario europeo, a fronte degli haircut sul debito greco. Proprio quello, l’evento “eccezionale ed irripetibile”. Volete un aiutino? E’ una donna, parla tedesco.

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