La precisazione di Alesina e Giavazzi

Essendosi forse resi conto di aver entusiasmato le italiche folle, già così inclini a portare in trionfo l’Islanda allieva del FMI o la mega inflazione argentina, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi tornano sulla loro “rivoluzionaria” proposta di combattere l’evasione fiscale con il celeberrimo “contrasto d’interessi”, la possibilità per il compratore di beni e servizi di detrarre dalle imposte il valore della prestazione.

Noi sappiamo che questa non è la pallottola d’argento, e lo sappiamo dopo un esaustivo articolo di Maria Cecilia Guerra e Alberto Zanardi su lavoce.info. Forse qualcuno avrà ricordato ad Alesina e Giavazzi che le cose non sono così semplici, ed oggi i due tornano sull’argomento con una imbarazzata precisazione sul Corriere. Non è vero che “l’effetto netto sul gettito sarebbe certamente positivo”, perché acquirente e venditore “possono mettersi d’accordo”. Maddai?

La detrazione dovrebbe essere sufficientemente elevata per il consumatore, “ma il gettito fiscale scenderebbe”. La detrazione funziona, ma solo al costo di minore gettito fiscale, il che per l’Italia “non sarebbe una cattiva idea”. Ah, certo: chi non vorrebbe minore pressione fiscale, in questo disgraziato paese? Solo che, tra gli innumerevoli modi per conseguirla, non ci sembra che mettere in piedi un gigantesco red tape fatto di fatture e scontrini sia la via più lineare ed efficace. Andate in pace, quindi, cari italiani: il contrasto d’interessi non risolverà le vostre angustie. Per il futuro è auspicabile, tuttavia, che Alesina e Giavazzi, che in questi tempi sembrano colti dal sacro fuoco della critica fintamente benevolente verso il loro collega Mario Monti, non indulgano in suggestioni profondamente diseducative per la già disastrosa e disastrata cultura economica degli italiani.

Come ben sa l’attuale premier, la realtà è maledettamente più complessa e densa di criticità di quanto non appaia dalle eleganti colonne del Corriere.

P.S. Per tutti quelli che “in America si detrae tutto”, ecco come funziona realmente da quelle parti. Se le leggende metropolitane avessero valore economico, l’Italia avrebbe risolto tutti i suoi problemi.

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