Oggi a Parigi riunione governativa congiunta dei governi tedesco e francese. Che non è affatto, come si sono affrettati a precisare i tedeschi, per bocca del portavoce del governo di Berlino, Georg Streiter, indice di coinvolgimento di Angela Merkel nella campagna elettorale francese, ma semplicemente un momento tangibile della solenne intesa tra i due governi. Tutto molto interessante, ma nel frattempo il buon Sarkozy ha colto l’occasione per dare man forte alla Merkel su uno dei punti dell’agenda tedesca su quello che Wolfgang Schaeuble ebbe a definire “l’abbraccio più stretto” dei creditori alla Grecia. Si tratterebbe, in sostanza, di creare un “conto segregato” per la gestione dei pagamenti sul debito greco, per “rassicurare gli investitori”.
Dietro questa formula apparentemente innocente c’è in realtà un vincolo molto stretto: su questo conto dovrebbero affluire obbligatoriamente le entrate fiscali greche, fino a capienza del servizio del debito. In pratica, il normale funzionamento del paese sarebbe subordinato al servizio del debito internazionale. Questa è parte integrante della “proposta” tedesca di inviare un commissario europeo a vigilare sul percorso del risanamento greco, giungendo a porre il veto sulle decisioni del parlamento di Atene che contrastino con le priorità del “salvataggio”.
L’iniziativa che tanto sdegno aveva suscitato in Grecia e non solo, poi ritirata dalla Merkel, rientra quindi dalla finestra, sotto le spoglie di una proposta apparentemente innocua (ma non troppo, vista che tramite essa verrebbe creato un ordine di priorità alla destinazione del gettito fiscale). Questo significa che, pur pestando i piedi e lanciando ultimatum frammisti ad anatemi, la Germania non sembra avere tutta questa intenzione a permettere che la Grecia si rifugi in un default¹, e punta decisamente al recupero dei crediti erogati. Questo ordine di priorità nei flussi di gettito fiscale non risulta essere parte degli accordi di salvataggio della Grecia, detto incidentalmente.
Interessante è poi il fatto che tale proposta esca al termine di un bilaterale franco-tedesco. Sarkozy pare confermare quindi il proprio vassallaggio nei confronti della Merkel, rifiutando di mettersi alla guida di un’alleanza tra paesi deboli (Italia e Spagna, per non fare nomi) in chiave riequilibratrice del peso di Berlino. Segno forse che il piccolo Napoleone dell’Eliseo è sinceramente terrorizzato dal fiato sul collo di François Hollande, e ritiene di aver bisogno dell’appoggio della Kanzlerin per essere rieletto. Scopriremo tra poche settimane se questo è stato solo uno di una lunga serie di errori strategici dell’attuale inquilino dell’Eliseo.
Update – ¹Poi non dite che non ve l’avevamo detto.