Dal Memorandum alla moratoria, alla morte

La Grecia prosegue nei suoi terribili spasmi, con il crescente rischio di default disordinato e conseguente effetto contagio sul resto dell’Eurozona. A parte alcune fantasiose dichiarazioni dei leader di partito greci, ora si cerca di comprendere cosa potrebbe avvenire nell’ipotesi, ormai sempre più probabile, che il peggio si materializzi.

Come osserva Alphaville, la Grecia potrebbe dichiarare default su cedole e rimborsi di capitale su emissioni di diritto non domestico, il cui status non è mai stato realmente chiarito, all’indomani della ristrutturazione “ufficiale” delle scorse settimane. Di certo, anche dichiarare default sui nuovi bond usciti da quella ristrutturazione non libererebbe risorse, visto che quei titoli rimborsano dal 2023 al 2042. Poi ci sono i bond detenuti dalla Bce e dalle banche centrali nazionali dell’Eurozona, che sono sfuggiti al pesantissimo haircut. In caso di ripudio di quel debito (come anche di mancato pagamento delle cedole ad esso connesse), la Bce cesserebbe immediatamente di finanziare il sistema creditizio greco, e il collasso arriverebbe in poche ore. Riguardo i crediti con il FMI, essi restano sovraordinati a qualunque altro, ed il Fondo sarebbe peraltro l’unica entità in grado di aiutare una Grecia tornata alla dracma.

Il problema è proprio quello: ipotizziamo che la Grecia smetta di pagare. Il paese ha ancora un deficit primario di bilancio pubblico (la differenza tra spesa pubblica al netto di interessi e entrate), e non potendo accedere ai mercati per colmare questo gap, dovrebbe scegliere tra nuova austerità oppure emissione di nuovi titoli di credito che assumerebbero presto il valore di moneta. Fin troppo facile ipotizzare che in questo caso il paese comincerebbe a stampare furiosamente moneta per far fronte ai propri impegni domestici (pensioni, stipendi e quant’altro). Da quel punto, la Grecia precipiterebbe nel caos: l’accettazione del nuovo mezzo di pagamento sarebbe tutt’altro che pacifica. Vi sarebbe un crollo dell’attività economica e lo sviluppo di forme di baratto, oltre a scontati moti di piazza.

Ma tutte queste cose le sappiamo già, vero?

Pensiero del giorno, o anche del decennio:

«There’s nowhere in the world that has a single currency without having more of a single government» – David Cameron

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