La voce dal sen fuggita di Mario il Superbo

Della ormai famigerata intervista di Mario Monti al Wall Street Journal, pubblicata oggi ma vecchia di circa un mese, vale la pena rimarcare, tra le altre, la risposta del premier italiano alla domanda circa la maggiore area di disaccordo tra Italia e Germania.

La risposta di Monti:

«La Germania dice che se i mercati vi costringono a pagare alti tassi d’interesse, ciò significa per definizione che non avete fatto abbastanza per risanare la vostra economia locale. Questa visione trascura il fatto che alti spread riflettono anche timori di mercato di un collasso dell’euro. Ciò che chiediamo è che le autorità europee certifichino la buona condotta dell’Italia traducendo ciò in interventi per mantenere gli spread entro limiti ragionevoli. Ho spesso detto alla Merkel che, se ciò non sarà fatto, lei rischia di trovarsi di fronte un parlamento italiano che ripudia l’Europa, la stabilità monetaria e l’euro e che non sarà amichevole verso la Germania»

Concetti che chi legge questi pixel conosce già: il livello del costo del debito non esprime vizi o virtù. Non più, non in questa crisi, in cui ha fatto irruzione il rischio di convertibilità o ridenominazione, cioè la possibilità (espressa ad alta voce da molti esponenti politici tedeschi) che vi siano uscite dalla moneta unica.

Riguardo la singolare frase di Monti sullo spread in un intorno di 1200 in caso il governo precedente fosse rimasto al proprio posto, premesso che questo è palese peccato di superbia che il cattolico Monti dovrebbe emendare rapidamente al primo confessionale disponibile, la realtà è che lo spread non sarebbe comunque arrivato a tanto, perché i mercati avevano già deciso che il governo precedente doveva andarsene, e l’hanno avuta vinta. Poi, se riuscissimo ad evitare di dare numeri, sarebbe meglio. Ma il concetto di fondo è chiarissimo, checché ne pensino i pidiellin furiosi.

Piccola notazione di mercato odierno: la Spagna torna sotto discreta pressione, soprattutto sulla parte lunga della curva. Volendo fare della (mal)sana dietrologia agostana, si potrebbe anche ipotizzare (sbagliando) che i mercati stiano diventando impazienti, e che abbiano deciso di spingere Mariano Rajoy a chiedere formalmente gli aiuti ed il memorandum. La cosa sarebbe interessante sotto molteplici aspetti. In primo luogo, circola voce (non sappiamo quanto fondata) che François Hollande starebbe facendo pressione affinché Spagna e Italia chiedano gli aiuti, in modo tale da “scudare” la Francia dal contagio. Ma è altrettanto evidente che anche Mario Monti ha tutto l’interesse a spingere Rajoy a chiedere gli aiuti, per essere a sua volta protetto (forse) da attacchi speculativi.

Come finirà? Lo scopriremo presto, immaginiamo.

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