Impostori e Mestatori Uniti

Giulio Tremonti è uscito dal gruppo:

“Sono con la Ue che si è sempre dichiarata contraria ad accordi fiscali come quello che l’Italia vorrebbe fare con la Svizzera”. Lo ha detto Giulio Tremonti a Radio Anch’io. “Il parlamento tedesco ha già bocciato una bozza d’accordo perché ritiene che vadano applicate le regole dell’unione. E inoltre – ha concluso ironicamente l’ex ministro – quei capitali sono solo transitati dalle banche elvetiche per finire tutti a Hong Kong. Lo facciamo con loro l’accordo? (Ansa, 9 gennaio 2013)

“Se Alfano diventasse primo ministro sarebbe meglio che si tenesse l’interim dell’Economia e delle Finanze”. Lo afferma l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, nel corso di una manifestazione elettorale a Belgioioso in provincia di Pavia, commentando la proposta lanciata oggi da Silvio Berlusconi e cioè la restituzione dell’Imu.
“Essendo stati trasferiti ad Hong Kong tutti i capitali – aggiunge – tenderei ad escludere che le banche svizzere vengano a pagarci l’Imu” (Ansa, 3 febbraio 2013)

Ma altri restano confortevolmente asserragliati nel bunker della psichedelia più spinta.

Ad esempio, è il caso dell’acerrimo nemico del tributarista di Sondrio, cioè il quasi Nobel di Venezia (e non stiamo parlando di maschere di carnevale, badate):

Ci spieghi la copertura strutturale della cancellazione dell’Imu
«Viene per 250 milioni da nuovi giochi, 990 dal contrasto dell’illegalità [prego?, ndPh.], 700 dall’accisa sul tabacco, 150 dalla tassa sui succedanei, 900 dal contrasto del contrabbando [nientemeno!, ndPh.], 1.105 dalle accise sull’alcool. In tutto, quattro miliardi»

(Renato Brunetta, intervista ad Antonella Baccaro, Corriere della Sera, 4 febbraio 2013. Da leggere tutta, per il notevole numero di assai poco rassicuranti “vedremo” che Brunetta riesce a proferire)

Quindi, riepilogando: la prima fase della restituzione dell’Imu coinvolge la Cassa Depositi e Prestiti, che di fatto dovrebbe sganciare dal proprio conto di Tesoreria circa 4 miliardi, causando l’immediato aumento in pari misura del debito pubblico. Ma servirà un cambio di statuto della CDDPP, visto che i prestiti alla P.A. sono relativi a “mutui di scopo”, e l’anticipazione Imu non appartiene a quella fattispecie (per le attività istituzionali della Cassa, vedasi qui). Non paghi di ciò, i nostri eroi ritengono di andare a regime con la copertura di restituzione in larga parte frutto di aumento di entrate, e non di tagli di spese.

Menzione d’onore per questo desolante commento di Nicola Porro sul Giornale, che riesce ad arrampicarsi sui vetri farfugliando di “affamare la bestia”, e quindi che la restituzione dell’Imu andrebbe “ascritta all’opzione liberale”. Ma più verosimilmente quel pezzo è stato scritto sotto i morsi della fame, e con assai scarsa lucidità. Affamare la bestia aumentando le accise, Porro? Eppure lo stesso Berlusconi, nel teatrino di ieri, aveva detto che quattro miliardi sono una goccia nel mare della spesa pubblica. Solo per smentire se stesso, qualche minuto dopo e stamane, con l’intervista del “Nobel che non colsi” Brunetta. Ma forse c’è anche una “fase tre” (o quattro, abbiamo perso il conto), in cui la CDDPP anticipa di sprone la restituzione, poi aumentiamo le accise, ed alla fine, grazie ai costi standard ed alla “lotta agli sprechi”, potremo ridurre le accise. Un missile multistadio, quindi, sempre per “affamare la bestia”, immaginiamo.

La domanda resta sempre quella. Quando smetterete di giustificare ogni follia del vostro datore di lavoro?

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