Astana l’ha vista

Un Paese antico ex sovietico terra di idrocarburi; una capitale nuovissima ‘regno’ incontrastato del signore kazako Nursultan Nazarbayev: è il Kazakhstan, che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha invitato oggi – tra il serio e il faceto – a visitare. «Andate tutti in vacanza in Kazakhstan: lì c’è un signore che è mio amico, non a caso ha il 91% dei voti e ha fatto cose straordinarie», ha detto Berlusconi raccontando il suo recente viaggio ad Astana, di ritorno dalla Cina, durante il quale ha incontrato Nazarbaiev, che nel suo paese gode appunto di quella che può essere definita una ”maggioranza imbarazzante” (Ansa, 29 ottobre 2008)

Bilaterale tutto incentrato sulla ‘diplomazia commerciale’ oggi a Lisbona tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente del Kazakhstan Nursultan Nazarbayev. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi. I due – che già si erano incontrati nel 2008 e nel 2009 – hanno discusso infatti prevalentemente di rapporti economici, visti i tantissimi interessi delle aziende italiane nel Paese asiatico. Eni (nel campo energetico) e Unicredit (in quello bancario) già operano in Kazakhstan da tempo mentre fanno gola alle aziende italiane i nuovi appalti nel settore delle costruzioni. (Ansa, 20 novembre 2010)

«Ho visto i sondaggi fatti da una autorità indipendente che ti hanno assegnato, Nursultan, il 92% di stima e amore del tuo popolo». Traspare un po’ di invidia, anche se amichevole, nelle parole che Silvio Berlusconi pronuncia a sorpresa all’assemblea del vertice Osce ad Astana rivolgendosi al ‘padrone di casa’: il presidente Nursultan Nazarbayev. Un elogio fatto davanti a tutti i delegati e partecipanti al summit in Kazakhstan che determina qualche applauso e non pochi imbarazzi in platea, ma permette al Cavaliere di conquistare le prime pagine dei siti web kazachi. Nazarbayev è presidente del Paese centroasiatico fin dalla sua indipendenza dalla ex Unione Sovietica nel 1991. Da allora ha vinto le elezioni con percentuali che hanno superato il 90% ma criticate da parte di ong e organizzazioni che accusano il leader kazako di aver costituito di fatto una dittatura. Un ‘peccato’ che molti leader di Stato perdonano a Nazarbayev, mirando alle ricchezze del sottosuolo kazako (…) Il rapporto con Nazarbayev è sempre stato solido. D’altronde è facile intuirlo anche da un gigantesco dipinto, alto quattro metri e largo una dozzina, nascosto nel salone d’onore del Palazzo dell’Indipendenza che ospita il summit: si vede Berlusconi applaudire Nazarbayev, in compagnia di George W.Bush, Tony Blair, Vladimir Putin, ma anche con Boris Ieltsin e Jacques Chirac ed altri leader del mondo (Ansa, 2 dicembre 2010)

Lo smemorato rispose:

«Vengo sempre tirato in ballo, per qualsiasi cosa. La verità è che con questo Nazarbayev io non ho nessun rapporto di amicizia, figurarsi di intimità. Sono stato ad Astana una sola volta, di ritorno da un vertice del G8. E non sono l’unico tra i capi di Stato e di governo dell’Occidente ad averlo incontrato. (Silvio Berlusconi, Corriere della Sera, 17 luglio 2013)

“Nel colloquio con il ‘Corriere della Sera’ di stamani si riporta erroneamente che il presidente Berlusconi è stato in Kazakhstan una sola volta. Per l’esattezza invece, come il presidente Berlusconi aveva già detto al ‘Corriere’, gli incontri nella capitale del Kazakhstan, Astana, furono due. Il primo, di passaggio, al rientro da un vertice del G8 in Giappone, con una sosta notturna di tre ore. Il secondo per un vertice dell’OCSE nel 2010”. Questo è quanto si legge in un comunicato stampa di Palazzo Grazioli (Ansa, 17 luglio 2013)

A beneficio delle anime belle è opportuno sottolineare che il problema non è la relazione commerciale bilaterale tra Italia e Kazakhstan. Il problema è una persona che rilegge continuamente storia e cronaca a proprio uso e consumo, passando da forme di diplomazia personale e personalistica manco fosse uscito da un film di Alberto Sordi, allo smentire di aver mai conosciuto leader stranieri divenuti nel frattempo scomodi, per i più vari motivi. Quanto è grottesco, il realismo all’italiana.

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