Nel paese dei (finanziariamente) repressi ed analfabeti

Fantasmagorica conferenza stampa del premier, con annesso pentolame in offerta e battute da oratorio, per presentare la “manovra epocale” che ci farà svoltare.

Alcune considerazioni a caldo ed in ordine sparso.

  • Le coperture restano fortemente aleatorie, per usare un blando eufemismo (si veda anche lo sforzo creativo di Carlo Cottarelli), e ci porteranno dritti in rotta di collisione con la Ue. Questo tornerà utile a Renzi in una campagna elettorale anti-europea. Non si butta nulla, alla fine;
  • Prendiamo atto che, per Renzi, se una persona percepisce l’interesse su alcuni milioni di euro di titoli di stato, questa non è una “rendita finanziaria”. Diciamo che è “impura”, e come tale verrà meritoriamente tassata al 12,5% (“No Bot, tranquilli!”). Mentre, se un risparmiatore possiede alcune decine di migliaia di euro in fondi comuni, azioni od obbligazioni private, avremo di fronte un caso da manuale di una esecrabile “rendita finanziaria pura”, e come tale da tassare al 26%. Domanda scontata e retorica: prevale l’ignoranza o la furbizia, in questo modo di ragionare?
  • Domanda per Renzi, e non solo lui: quanti risparmiatori si sposteranno verso il possesso di titoli di stato o di buoni postali, inaridendo il collocamento di strumenti finanziari da parte di privati? Anche questo è “in media con quanto accade in Europa”?
  • A proposito: Renzi sa che la ritenuta al 26% sulla raccolta diretta bancaria da privati (depositi) aumenta il costo della raccolta medesima, con immancabile riflesso sul costo del credito?
  • Siamo di fronte ad un caso di repressione finanziaria senza precedenti al mondo, con questa doppia aliquota sui redditi da capitale e con questo differenziale. Per la serie “premiamo le imprese private che cercano capitali”, giusto? Visto che la Cassa Depositi e Prestiti sarà tra i maggiori beneficiari di questa distorsione fiscale (anche il risparmio postale resta tassato al 12,5%), c’è da sperare che l’erogazione di credito alle imprese aumenti di conseguenza (è una battuta, ma anche no);

Una nota a margine sullo “stile” di Renzi. Giusto non essere paludati e formali ma, visto quello di cui si sta parlando, servirebbe maggiore compostezza istituzionale. Oggi il premier è riuscito a far sembrare Silvio Berlusconi e le sue mirabolanti e ventennali promesse un modello di stile. Sarebbe utile che l’Italia smettesse di avere dei comici a Palazzo Chigi. Altrimenti il prossimo appartenente alla categoria, visto anche il modo in cui farnetica, sarà quello che manderà i titoli di coda su questo disgraziato e credulo paese.

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