Poiché è utile rinfrescare la memoria di lettori ed elettori sullo stato di avanzamento lavori della rivoluzione renzista anche in giorni in cui non accade apparentemente nulla, vi segnaliamo che il famoso piano per ridurre del 10% il costo della bolletta per le imprese, segnatamente le PMI, risulta tuttora non pervenuto per motivi che sono chiari da sempre. In attesa di superare il giorno del giudizio elettorale europeo, che sarà seguito dall’attesa spasmodica per la successiva consultazione elettorale, qualsiasi essa sia, ci restano i tweet e le dichiarazioni del premier, che sembrano molto simili alle secchiate d’acqua che i pescivendoli gettano sulla mercanzia ittica per ravvivarne lo sguardo vieppiù intristito.
L’ultima di tali dichiarazioni è del 30 aprile:
«La vera percentuale sconvolgente è quella dei disoccupati. Ci sono piccoli segni di ripartenza ma non basta, bisogna correre, insistere. Stamattina alle 7 ho visto il ministro Guidi e abbiamo discusso di come riuscire a ridurre del 10% anche la bolletta energetica alle Pmi». Così il premier Matteo Renzi a Rmc (Ansa)
E’ certamente gratificante avere un premier che alle 7 del mattino si esercita in brainstorming con i propri ministri. Lo è meno se si finisce col discutere di cose che erano già state annunciate in gran pompa un paio di mesi addietro, e poi messe in coda. Però non dovreste lamentarvi sempre: le aziende, dall’acconto Irap di quest’anno (a fine anno), avranno un bel taglio del 5% di quell’imposta, quindi non dovrebbero frantumare gli zebedei pretendendo anche la riduzione della bolletta energetica. Né quelle che hanno fatto ricorso a rivalutazione di beni dovrebbero sottilizzare se a giugno dovranno pagare il triplo di tasse di quanto previsto per quest’anno a seguito di quella operazione. Sulle bollette, certamente deve essere colpa di Zanonato, che ha lasciato il MISE portandosi dietro il piano segreto per il taglio, e quindi ora siamo costretti a ripartire da zero.
In caso decideste di insistere con questa ubbia delle riforme economiche, sappiate che la collezione primavera-estate dice altrimenti:
«Tutti i nostri interlocutori in Europa guardano prima alle riforme istituzionali che a quelle economiche» Così il premier Matteo Renzi aprendo il seminario sulle riforme istituzionali del Pd, al quale partecipano professori come Valerio Onida (Ansa, 5 maggio 2014)
Verissimo. Infatti è stato calcolato che l’avvento dell’Italicum ed il refitting del Senato abbatteranno l’intera struttura di costo del sistema produttivo italiano, regalandoci un prodigioso rimbalzo di competitività, non lo sapevate? Ditelo anche a Draghi ed alla Commissione Ue, in caso.