Caro Massimo,
poiché mi hai confidato di leggermi da anni, credo tu sappia o intuisca che non ho un carattere semplice. Uno dei miei peggiori difetti è quello di non riuscire a credere alle fiabe, per quanto mi sforzi. C’è poco da fare, proprio non mi viene. Eppure sarebbe così semplice, stare al gioco ed attendere diligentemente di essere cooptato dal “sistema”.
Invece, niente. Non riesco proprio. Per questo ti confesso che sono sempre più perplesso, dopo quel tuo famoso invito in trasmissione, due mesi addietro. Intervento meticolosamente coordinato, testato e verificato, sin nei dettagli. Concordando tre “finestre” o finestrelle, oblò, pertugi, orifizi nel teatrino della dichiarazia e dei ruoli consolidati, tra lotta al libberismo, filastrocche alla “io non l’ho interrotta, lei non mi interrompa”, con le figurine del presepe con cui comporre il menù, decidesti coraggiosamente di inserire un corpo estraneo nei rassicuranti ed un po’ arrugginiti ingranaggi del wrestling televisivo. Sfortunatamente furono solo tre minuti e ad assai tarda ora, pure con tua provvidenziale interruzione prima che la prestigiosa esponente di maggioranza imbarcasse troppa acqua con le sue rassicuranti fiabe. Quelle che non mi piace sentir raccontare, men che mai quando sono nel ruolo di cittadino e contribuente. “Torno da lei tra breve”, mi dicesti, in trasmissione. Attendo da allora.
L’indomani, grandi scuse ed impegni solenni a “riparare” (verbo molto impegnativo ed anche un po’ sopra le righe, almeno secondo i miei canoni). “Vorrei averti come ospite ‘tecnico’ frequente, non prendere impegni altrove“. Poi, la scomparsa. Una volta per problemi tecnici, un’altra per la fondamentale opportunità di avere in studio persona che non è facile avere (certo, lo sappiamo, non temere). Sino ai giorni scorsi, col nuovo contatto, anche qui minuziosamente provato come si farebbe prima della prima. Peccato che, all’alba delle 20 di lunedì, tu mi abbia mandato a dire che c’erano “problemi tecnici” col numero di collegamenti esterni, che eravate stati travolti dal Quirinale (che immagino fosse tematica sorta all’improvviso), che in studio avevate già persona in grado di commentare “tecnicamente” Grecia e Bce, peraltro infilata in extremis nella lista degli ospiti.
Ora, caro Massimo, io non so come tu sia abituato a rapportarti con le persone, e come pensi funzioni. Forse nei vostri ambienti romani, intesi in senso rigorosamente non geografico, funziona così. Sfortunatamente, nei miei ambienti (mentali, prima che geografici) le cose funzionano diversamente ed esiste ancora un (piccolo) spazio per la correttezza e l’educazione. Ci saranno sicuramente ospiti che, nell’economia della trasmissione, tendete a considerare come variabili residuali, a cui staccare la spina a piacere, prima e durante la trasmissione. Li chiamerei ospiti interrompibili, come le utenze elettriche industriali che beneficiano di sconti. Ma soprattutto, interrompibili ancor prima di andare in onda. Personalmente, questo è un ruolo che non mi interessa ricoprire, men che mai quando sono gli altri a cercarmi, pure in modo reiterato. Come noterai, non sono qui ad esprimere retropensieri su veti posti all’ultimo minuto sul mio nome. Non soffro di cospirazionismo (anzi, lo combatto da sempre). Vedi quanto sono conciliante e naif? Sto giocando con le vostre regole, dovresti sentirti rassicurato.
Tanto ti dovevo. Ti lascio a dibattere col premier su qualità e funzioni dei talk politici. E occhio ai corpi estranei, mi raccomando. Buona vita. Noi riprendiamo le abituali trasmissioni su questi pixel, invece.
Mario