Alla luce del tasso di crescita di Pil italiano del terzo trimestre (+0,2% reale), per conseguire l’obiettivo governativo di una vibrante crescita 2015 dello 0,9%, serve che nel quarto trimestre il Pil aumenti dell’1% rispetto al trimestre precedente. Avete letto bene: serve una crescita annualizzata del 4%. Sarà per la prossima volta, disse il fantasma di De Coubertin tornando a dormire.
Se invece avete una propensione all’investigazione e siete dei piccoli nerd dell’economia (tutto è relativo), vi segnaliamo che, a fronte di una deludente crescita reale del Pil del terzo trimestre (lo 0,2%, come detto), abbiamo un Pil nominale che fa i numeri, crescendo nel trimestre di ben lo 0,6%. Che accadde? Un rapido sguardo alle serie storiche Istat ci segnala che nel terzo trimestre abbiamo avuto una robusta crescita del deflatore del Pil, pari a 0,5%. che non si vedeva da  ben sei trimestri. “Com’è possibile? Abbiamo inflazione al consumo pari a zero”, diranno i miei piccoli amici. Verissimo, ma il deflatore considera i prezzi di tutto quanto fa Pil, non solo dei consumi.
Scorrendo la disaggregazione Istat, scopriamo che i prezzi sono saliti relativamente alla voce “spese della pubblica amministrazione” (deflatore 0,3% trimestrale) ed investimenti fissi lordi totali, con deflatore trimestrale dello 0,5%. E non è finita: anche il deflatore del catatonico settore delle costruzioni rimbalza nel terzo trimestre, anch’esso dello 0,5%, dopo due trimestri di contrazione. Interessante, no? E non cominciate a dire che il dato “puzza”, per favore. Qui si fa analisi, non cospirazionismo.
Come che sia, il Pil nominale cresce di ben l’1,6% tendenziale, mantenendo a portata di mano l’obiettivo governativo per il 2015 di una crescita di 1,2%, scritto nel DEF. Ecco, fossimo un piddino garrulo dedito al lancio dell’Ansa, oggi sapremmo per cosa festeggiare.