Oggi è il 2 aprile ma, come noto, in questo paese c’è un pesce d’Aprile per ogni giorno dell’anno. Quello di oggi è sfiziosissimo e lo trovate su Repubblica. Che illustra il Gran Piano di Ferrovie per prendere il controllo di Anas ma soprattutto di Atac, l’epitome del prestigioso marchio “capitale corrotta, nazione infetta”.
In pratica, accadrebbe questo: Ferrovie si compra Anas mediante aumento di capitale in cui lo stato apporterebbe la società che si occupa della gestione della rete stradale ed autostradale italiana, oggi controllata al 100% dal MEF. Anas sarebbe finanziata non più a carico della fiscalità generale ma mediante prelievo fiscale con accise su carburanti. Ma oltre a queste tecnicalità, Ferrovie punta al pezzo pregiato: l’Atac. Il capo azienda di FS, Renato Mazzoncini, è uno che di queste operazioni se ne intende, dopo tutto, visto che ha gestito la “privatizzazione” della fiorentina Ataf (durante la sindacatura Renzi) rilevata da Busitalia, controllata da FS. Come si nota, il pervertimento linguistico persiste, in questo paese, quando si parla di “privatizzazioni”. Ora Mazzoncini, messo da Renzi al vertice di FS, tenta il colpaccio con Atac, vedendovi importanti sinergie, soprattutto tariffarie (non ridete, mi raccomando). Un po’ come Alitalia vitale per la logistica di Poste Italiane, ecco.
Il tempo stringe, la Patria chiama:
«Mazzoncini ha dichiarato in Parlamento che le municipalizzate saranno mollate dagli enti locali e che l’Atac potrebbe finire in mani straniere. Le Ferrovie la vogliono prima che sia troppo tardi»
Non passi lo Straniero, ordunque! Ma c’è un ma, o meglio una condizionalità:
«Il blitz sull’Atac, che era pronto a scattare, ha subito però un rallentamento: il governo ha consigliato di attendere l’elezione del nuovo sindaco della capitale prima di procedere»
Noi, che siamo piuttosto cinici, vi offriamo la traduzione:
«Vediamo come vanno le elezioni comunali: se vince Giachetti, scatta il piano gigliato e Atac fa come Ataf, sotto la sapiente regia dello stesso gatto e della stessa volpe. Squadra che vince non si cambia, del resto. Ma se vince Virginia Raggi, Atac andrà incontro al suo destino, cioè un bel botto che servirà a rimettere a cuccia i pentastellati sognanti. E del resto, la Raggi ha già detto che Atac non si tocca in quanto dei romani, no? Quindi, accontentiamola»
Tanto di cappello alla creatività in purissimo stile Iri di Renzi, comunque. Lui è il nostro piccolo Beneduce. In pratica, un Beneducetto. Ma in questo paese ogni giorno è il primo aprile. Solo che il pesce puzza sempre più.
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Su Atac, lettura complementare consigliata: Andrea Giuricin. Comunque la si osservi, sotto ogni metrica, il personale è fortemente eccedente, non è solo questione di evasione tariffaria. Con la messa a gara del trasporto pubblico locale, è possibile e verosimile attendersi un miglioramento della qualità del servizio a fronte ovviamente di maggiore compartecipazione dell’utenza ai costi del servizio, per incidere meno sulle casse pubbliche. Come che sia, i pasti gratis sono finiti, da un pezzo.