“Tutti gli indicatori dicono che i cittadini non stanno notando nessuna discesa delle tasse. Eppure c’è, eppure è evidente per gli addetti ai lavori, eppure nessun governo ha fatto quanto noi sulle tasse”. Lo scrive Matteo Renzi nella sua newsletter Enews. “Sulle tasse, dove ho sbagliato?”, si domanda il premier. E interpella i suoi lettori: “Gli italiani pensano che le tasse siano aumentate. C’è qualcosa che non funziona, che dite? Mi aiutate a capire dove ho sbagliato? L’email la sapete: [email protected]”
Caro Matteo, forse gli italiani sono preoccupati per il fatto che il tuo “taglio delle tasse” è stato finanziato a deficit e di conseguenza, prima o poi, quel deficit andrà ripagato. Forse gli italiani notano anche che il rapporto debito-Pil non scende, e questo non fa che aumentare la percezione “ricardiana” di cui sopra, e magari li induce pure ad aumentare il risparmio precauzionale, chissà. Oppure gli italiani sono incontentabili, e vogliono un governo che metta nelle loro tasche svariate centinaia di euro in più al mese, magari un bel reddito di cittadinanza finanziato con aria fritta, oppure stampando moneta perché di recente gli italiani sentono e leggono sempre più spesso parlare di “soldi dall’elicottero”, e sono in impaziente attesa che questo benedetto elicottero si levi in volo, chi può dirlo.
In questo secondo caso, caro Matteo, tu capisci che si tratterebbe di fiabe agli steroidi che battono ampiamente le tue, malgrado l’encomiabile sforzo di alcuni tuoi compagni di partito e zelanti editorialisti a presentare la nostra situazione economica come un boom con pochi precedenti. Tu comprendi, Matteo, che c’è enorme differenza tra la spiegazione “ricardiana” e quella “pinocchiesca”, da Orto dei Miracoli. Nel primo caso, questo paese ha ancora speranza. Nel secondo caso, attendiamo i titoli di coda. Perché c’è sempre qualche cantastorie più cantastorie di te, che te la racconta. Anzi, che te la narra.