Il settimanale – 22/6/2019

  • Mario Draghi si appresta a lasciare in eredità alla Bce un nuovo QE. L’Italia, col suo spread autoinflitto, si prepara a bruciare anche questo;
  • In attesa che la diversificazione degli investimenti fuori dai patri confini divenga reato, la libera stampa sovranista organizza corsi di rieducazione finanziaria;
  • Il governo chiede a CDP la distribuzione di tutto l’utile di esercizio. Non servirà al bilancio pubblico ma getta un’ombra sinistra sul futuro dei grandi gruppi pubblici;
  • Sempre a proposito dell’esecrato primato della finanza, anche a supporto dei disperati tricolori:
  • Anche se Varoufakis dice il contrario, la sua criptovaluta di stato avrebbe prodotto gli stessi effetti dei ruspanti foglietti di carta colorata ipotizzati dagli italiani;
  • Del resto, con questo euro e questi burocrati europei che ci impediscono di fare welfare per i nostri compatrioti;
  • La letterina alla Ue di Conte illustra il nostro eccezionalismo, anche nel solito stucchevole vittimismo;
  • Il buco nero italiano: l’esplosione dei part time involontari;
  • Tra diplomazia e stimolo della fantasia degli interlocutori, si rinuncia a fare chiarezza e chiamare le cose col loro nome;

Quando vi dicono che la Commissione Ue ce l’ha con l’Italia “per pochi decimali” (di deficit), mostrate questi numeroni di scostamento di debito dagli obiettivi:

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