- Con retrovie di approvvigionamento europeo già fortemente carenti, l’armata italiana anti-covid ci mette di suo, per rinnovare dolorosi ricordi storici di un paese che non sa programmare né gestire, ma solo dimostrare plasticamente che di corporativismo si muore;
- Il Partito democratico sarebbe piaciuto a Tomasi di Lampedusa;
- Subito dopo la relatività ristretta, il calcolo degli scatti di anzianità;
- Per non far mancare nulla ai tempi eccezionali che viviamo, ecco Suez ostruito;
- C’è sempre un irritante ronzio di sottofondo ma almeno ora Draghi parla, e mette pure davanti alla realtà il rumoroso e petulante partito filorusso italiano, che è rigorosamente trasversale;
- Forse non si può chiamare nazionalismo vaccinale ma l’effetto finale resta quello;
- A proposito di disfatte italiane, via il cda del gigante lombardo del procurement, dopo alcune sfortunate vicende. Se ci si ferma a questo, è aria fritta;
- L’eterno nodo degli appalti pubblici nella stagione del Recovery Fund: le proposte dell’Antitrust al governo non sembrano rivoluzionarie né realmente innovative;
- Erdogan silura l’ennesimo governatore della banca centrale turca, reo di essersi piegato alla dittatura della realtà. Quanto dureranno, l’uno e l’altro?
- Forti stimoli fiscali accomodati dalla politica monetaria, che promette di tenere bassi i tassi, mettono sul chi vive gli investitori, che potrebbero liberarsi del debito e causare forti turbolenze all’economia reale;
- Dopo la Cina, anche in Occidente cresce la spinta a creare valute digitali emesse dalle banche centrali. Una minaccia per banche commerciali e criptovalute;