Chi ricorda Rino Formica? Socialista, fu ministro delle Finanze all’inizio degli anni Ottanta, nell’eccellente governo di Giovanni Spadolini. Passava le giornate a battagliare a suon di insulti personali con Beniamino Andreatta, allora ministro del Tesoro, che amava apostrofarlo “il trafelato commercialista barese”. Bei tempi. Spadolini definiva Formica ed Andreatta “le due comari”. Perché ne parliamo? Perché Formica, personalità istrionica dall’intelligenza acuta, aveva una spiccata predilezione per motti e aforismi fulminanti. Uno dei più fortunati recitava così: “svuotate gli archivi, riempite i granai”. Erano i tempi dei servizi segreti deviati, si veniva dallo scandalo P2 e la sinistra trovava sempre modo di scoprire nuove, “inquietanti” trame occulte, alcune delle quali, a onor del vero, erano drammaticamente autentiche.
In Italia, come noto, il passato si ostina a non voler passare: c’è sempre qualche archivio socchiuso, vero o falso, che proprio non vuol saperne di aprirsi. Ma c’è un limite anche alle idiozie. Per questo, siamo riusciti a sorridere ascoltando l’altra sera, sempre dalla nuova miniera della (dis)informazione catto-vetero-marxista (a.k.a. RaiNews24), l’intervista del redivivo Giovanni Galloni. Ex vicepresidente della Corporazione Suprema della Magistratura, ex notabile democristiano di lungo corso, Galloni si è improvvisamente “ricordato”, a circa trent’anni di distanza, di una confidenza che gli fece Aldo Moro:
“Non posso dimenticare un discorso con Moro poche settimane prima del suo rapimento: si discuteva delle BR, delle difficoltà di trovare i covi. E Moro mi disse: ‘La mia preoccupazione è questa: che io so per certa la notizia che i servizi segreti sia americani che israeliani hanno infiltrati nelle BR ma noi non siamo stati avvertiti di questo, sennò i covi li avremmo trovati’ “.
Ecco l’illuminazione: i perfidi giudei (sempre loro!) ed i loro servi sciocchi americani, avevano infiltrato e controllavano le Brigate Rosse. Loro obiettivo era quello di impedire che il Pci andasse al governo, perché in quel caso avrebbe negato alla Nato le basi sul territorio italiano. Ci pensate? L’Italia era un paese di sovranità così drammaticamente (o farsescamente) limitata da non essere neppure in grado di costruirsi in casa il suo bel terrorismo comunista, e si ritrovò costretta ad acquistarne uno dalla Sinagoga dei due Satana, Stati Uniti ed Israele.
Secondo Galloni, la CIA non solo rifiutò di fornire informazioni sul rapimento di Aldo Moro alle autorità italiane, ma era verosimilmente coinvolta anche nella sua progettazione ed esecuzione. Gli americani furono poi talmente stupidi (loro evidente tratto culturale nazionale) da mettere al corrente dell’intera operazione una “gola profonda” come Mino Pecorelli, noto giornalista-mestatore, del cui omicidio venne in seguito accusato Giulio Andreotti:
‘Ma allora qualche informazione sul rapimento Moro dagli americani poteva arrivare?’, chiede Di Pasquale. “E’ possibile – risponde Galloni – d’altronde Pecorelli (il giornalista di OP assassinato in circostanze misteriose il 20 marzo 1979) scrisse che il 15 marzo 1978 sarebbe accaduto un fatto molto grave in Italia e si scoprì dopo che Moro doveva essere rapito il giorno prima… (Moro venne rapito il 16 marzo , ndr.) . L’assassinio di Pecorelli – ha aggiunto Galloni – potrebbe essere stato determinato dalle cose che il giornalista era in grado di rivelare”. Anni di indagini sulla morte di Pecorelli hanno portato di volta in volta a seguire piste dell’estremismo di destra, della Loggia P2, della mafia, fino al processo al senatore a vita Giulio Andreotti e all’ex magistrato Vitalone, chiuso dalla definitiva assoluzione sancita dalla Corte di Cassazione il 30 ottobre 2003.
Oggi, di questa cosiddetta “notizia”, si trovano tracce solo sulla stessa RaiNews24, e sull’immancabile Tg3, i giornali dioscuri del cospirazionismo di casa nostra. Il vecchio “armamentario dell’orologiaio” (inchieste giudiziarie, avvisi di garanzia, rivelazioni sconvolgenti, tutti con timing più o meno svizzero) tanto caro ad ampia parte della nostra sinistra. Galloni però non ha il physique du role del disvelatore di cospirazioni. Le autorità italiane, per tentare di salvare Moro, vagliarono anche i suggerimenti di un giovane professore universitario di simpatie democristiane, il quale organizzò una seduta spiritica per scoprire l’ubicazione del covo in cui Moro era tenuto prigioniero. Lo spirito-informatore (probabilmente anch’esso sul libro-paga dei sionisti, e certamente alquanto svogliato), fece pervenire la parola “Gradoli”, ma le forze di polizia si limitarono a scandagliare un laghetto dell’omonima località in provincia di Viterbo, omettendo di perlustrare la via romana in cui poi si scoprì che Moro era stato tenuto prigioniero. Quel giovane professore era Romano Prodi. Ed il passato continua tetragono a non voler passare.