E’ noto che medici, dentisti ed avvocati devono essere iscritti ad un albo professionale per poter esercitare la propria professione. Ma che si può dire riguardo ai tassisti? Oppure (negli Stati Uniti) a bibliotecari, proiezionisti cinematografici, fisioterapisti, manicure? Nel suo nuovo libro, “Licensing Occupations: Ensuring Quality or Restricting Competition?”(Upjohn Institute, 2006) Morris M. Kleiner, economista della University of Minnesota, si domanda se l’occupazione su licenza, nata alle origini per proteggere i consumatori garantendo standard elevati di expertise professionale non si sia spinta troppo oltre, determinando restrizioni all’offerta di lavoratori in varie professioni. Con il risultato che i servizi forniti da lavoratori iscritti ad albi professionali sono più costosi senza peraltro (come vedremo) che la qualità ne sia significativamente migliorata. Il professor Kleiner stima su basi conservative che, nell’anno 2000, circa il 20 per cento dei lavoratori statunitensi erano occupati in una professione che richiede una licenza statale. Ciò rappresenta il risultato della forte espansione del settore dei servizi, dove il licensing è prevalente, e dal fatto che sempre più professioni hanno iniziato a richiedere l’iscrizione ad albi professionali, con percentuali che variano dal 30 per cento della California al 6 per cento del Mississippi per le sole licenze statali.
Includendo i regimi autorizzativi federali e locali le percentuali salgono considerevolmente, portando il totale nazionale complessivo intorno al 30 per cento. La motivazione principale del licensing, come si diceva, è quella di proteggere gli utenti-consumatori dei servizi da prestatori incompetenti. Ciò è massimamente vero per le professioni mediche, lo è assai meno per manicure e sciampisti.
Riguardo la maggiore efficacia e qualità dei servizi prestati in regime di licensing, uno studio dello stesso Kleiner evidenzia che non si rilevano significative differenze nella salute dentale di un campione di 464 reclute dell’Aviazione, dopo aver individuato i sottogruppi assistiti da dentisti sottoposti a più stringenti regolamentazioni pubbliche per l’iscrizione all’albo professionale. Allo stesso modo, vi sarebbero deboli evidenze empiriche di punteggi più elevati conseguiti da studenti che abbiano un docente soggetto a licensing. A fronte di questi scarsi o nulli benefici qualitativi nella prestazione del servizio, vi sono oggettive restrizioni all’offerta di manodopera nelle professioni regolamentate: ad esempio, negli stati con maggiori restrizioni alla concessione di licenze i dentisti guadagnerebbero circa l’11 per cento in più rispetto agli stati dove l’accesso alla professione è libero o scarsamente regolamentato.
Il risultato è che, mentre le licenze possono tutelare i consumatori a più alto reddito dalla bassa qualità delle prestazioni, esse finiscono con l’impedire o restringere l’accesso alle stesse da parte dei consumatori a minore reddito. Secondo Kleiner, ogni qualvolta un servizio viene fornito in condizioni di sufficiente omogeneità, si creano le condizioni per la nascita di associazioni professionali il cui evidente obiettivo è quello di contrastare il ribasso dei prezzi unitari di fornitura, peraltro senza compiere considerazioni sull’elasticità della domanda al prezzo. Tali associazioni riescono quindi ad ottenere dalle autorità pubbliche la regolamentazione tramite licenze, dietro pagamento di una tassa annua.
Secondo Kleiner, la soluzione a queste rigidità dovrebbe consistere nella sostituzione del sistema di licenze con uno di certificazione, tale cioè da tutelare la qualità della prestazione del servizio senza tuttavia impedire l’aumento dell’offerta di lavoratori specializzati, con evidente effetto calmieratore sui prezzi di fornitura.
E in italia? Una interessante inchiesta de l’Espresso sui taxi italiani disegna un quadro impietoso del nostro patologico corporativismo. Ma soprattutto ci offre una prima idea di quello che sarà lo scarto tra proclami e realtà. L’Unione, favorevole a parole alle liberalizzazioni su professioni e mestieri, anche per iniziare ad applicare concretamente il “pentalogo Giavazzi”, si scontra con la realtà:
Walter Veltroni, raggiunta l’intesa del luglio 2005, ha dichiarato: “L’accordo prevede la conferma del fatto che non siamo a favore della liberalizzazione“. Ci mancherebbe altro. Al primo punto del testo sottoscritto si sottolinea infatti che “l’amministrazione comunale in merito alle ipotesi di riforma avanzate dall’Antitrust e dall’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici del Comune di Roma, ribadisce la propria contrarietà alle proposte di liberalizzazione“. Insomma, il Comune ha dovuto smentire se stesso, “formalizzando tale contrarietà con apposito atto di giunta”. Quando si tratta di nuove licenze non ci sono tassisti di destra e di sinistra. Sono tutti contro. Né conta il colore politico delle amministrazioni. È di questi giorni la vibrata protesta dei 600 tassisti fiorentini, cuore a sinistra in una regione da sempre rossa: hanno scoperto che nel programma dell’Unione si parla di liberalizzare i taxi. E sono subito insorti contro Prodi & C.
Coraggio, ancora qualche settimana e anche le ipotesi di liberalizzazione torneranno nel cassetto. E poi i Mondiali di calcio incombono, avremo altre priorità.
UPDATE: E in Italia? Ecco la psichedelica lista delle proposte di legge finalizzate al licensing ed alla creazione di albi, segnalataci dall’imprescindibile Fausto Carioti:
Progetto di legge C. 6015
Disciplina della professione di antropologo esistenziale e istituzione del relativo albo
Progetto di legge C. 5628
Istituzione dell’ albo nazionale dei cuochi professionisti
Progetto di legge C. 5526
Istituzione dell’ albo professionale degli agenti di spettacolo
Progetto di legge C. 5255
Istituzione dell’ albo professionale degli artisti
Progetto di legge C. 5220
Istituzione dell’ albo professionale dei consulenti tecnici d’ ufficio
Progetto di legge S. 1665
Isituzione dell’ albo degli ex parlamentari (!!!)
Progetto di legge S. 1080
Istituzione dell’ albo professionale dei biotecnologi alimentari
Progetto di legge S. 1023
Ordinamento della professione di pedagogista e istituzione del relativo albo professionale
Progetto di legge C. 1471
Istituzione dell’ albo dei diplomati universitari in agraria
Progetto di legge S. 429
Disciplina del personale ausiliario odontoiatrico ed istituzione dell’ albo professionale degli assistenti di studio odontoiatrico
Progetto di legge C. 1001
Istituzione dell’ Albo nazionale degli esperti e consulenti di infortunistica
Progetto di legge C. 699
Istituzione dell’ albo professionale dei dottori naturalisti
Qui la lista completa!