Speriamo di essere smentiti dalla volontà riformatrice della fantomatica sinistra moderata, ma l’entità dell’affermazione del No darà fiato alla sinistra radicale ed alla sua inclinazione a non modificare assolutamente nulla della Carta del 1948. In questo paese il tempo si è fermato. Il dato positivo della consultazione è che gli italiani sembrano indenni dalla teledipendenza, contrariamente agli insulti preventivi che i sostenitori del fronte del No avevano già lanciato ad una parte dell’elettorato. Ora sentiremo parlare di “grande prova di democrazia”: i dubbi ed i timori sul rischio di ridurre ad un si o un no la comprensione di oltre cinquanta articoli della costituzione (quelli relativi al funzionamento ed alla articolazione organizzativa dello Stato, non ai principi fondamentali contenuti nella parte prima) sono svaniti come la neve ai primi tepori di primavera. Dovessimo utilizzare i canoni di insulto caratteristici dell’analisi politica progressista, dovremmo dire che il plebiscito per il no proveniente dalle regioni di centro è frutto del loro indottrinamento ideologico, la versione ante-litteram (ed a quanto pare ben più efficace) della teledipendenza, mentre quello delle regioni meridionali è frutto del timore di perdere le prebende dello stato assistenzial-parassitario. Ma abbiamo troppo rispetto dell’elettorato di questo paese, e non lo diremo. Né fuggiremo all’estero.
Vince il No, Costituzione preservata
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