Facciamolo capire anche a loro

Gianluca Neri dovrebbe e potrebbe avere più rispetto per gli aspiranti commentatori del suo blog che sono visivamente svantaggiati. Quindi, per dimostrare di essere un vero e buon progressista, oltre a procurarsi il nastro color zafferano (e non rosso, mi raccomando) per la Birmania, dovrebbe e potrebbe agire per combattere lo spam in modi meno discriminatori di quelli utilizzati attualmente sul suo popolarissimo sito. Per questo, sarebbe utile evitare di segnalare nuovi software che utilizzano captcha ottici per combattere lo spam.

Ricordiamo brevemente a Neri ed ai lettori perché i captcha ottici sono disfunzionali:

  • Disincentivano i commenti, richiedendo attività aggiuntiva all’aspirante commentatore;
  • Talvolta le immagini sono così distorte da essere quasi impossibili da leggere, anche per soggetti dotati di perfetta capacità visiva;
  • I captcha possono essere aggirati dagli hacker;
  • I soggetti non vedenti sono completamente esclusi dalla possibilità di commentare, sui siti che offrono tali opportunità;
  • Anche dislessici e daltonici hanno seri problemi di accesso a causa dei captcha ottici;

Esistono alternative migliori e meno intrusive ai captcha. Nel mondo WordPress opera da tempo Akismet: tutti i commenti vengono sottoposti ad un server centrale. Ogni volta che qualcuno commenta il vostro blog, il testo viene inviato al database. A seguito della verifica, il commento classificato come spam viene “marcato” e posto in una coda antispam. Il commentatore non deve fare nulla, mentre il webmaster (o il titolare del blog) deve solo verificare nella coda antispam l’assenza di falsi positivi, cioè commenti erroneamente segnalati come spam, e provvedere alla successiva pubblicazione manuale. E’ utile ricordare che, finora, Akismet ha un eccellente track record, con una percentuale pressochè irrilevante di falsi positivi e falsi negativi (spam non riconosciuto come tale). Ad Akismet possono poi essere affiancati altri plugin antispam, come Spam Karma (attivo su questo sito) e Bad Behaviour. Fuori dal mondo WordPress, gli utenti della piattaforma Blogger-Blogspot possono utilizzare l’eccellente Haloscan, e verificare manualmente la presenza di falsi positivi. Altre piattaforme permettono all’utente di richiedere ai commentatori la registrazione prima di commentare: un piccolo sforzo iniziale, in termini di attività aggiuntiva, che elimina alla radice il problema degli spambot. Esistono poi degli antispam che consistono in un quiz, banale per un umano, insormontabile per un robot. Naturalmente, non tutti comprendono il concetto, ma l’importante è diffonderlo ed argomentarlo.

Quindi, caro Neri, sia gentile: provi a verificare se nel mondo Movable Type esiste qualcosa di più civile degli inutili captcha ottici, e si unisca a noi per diffondere questo concetto. Sarà un bel nastrino al valore, da aggiungere agli altri. In caso, può chiedere a Filippo Facci. A lui il concetto è già stato spiegato mesi addietro.

P.S. Gli audio captcha restano viziati da rilevanti e persistenti problemi, non ultima la qualità della pronuncia di sintesi vocale. Per chi vuole testare quanto poco accessibili siano gli audio captcha, fatevi un giro con quello di Blogger.

P.P.S. Come dite? Sulla piattaforma Movable Type non esiste alcun plugin antispam, nativo o di terze parti, che sia accessibile? Beh, in tal caso potete fare due cose:

  1. Prendere coscienza che Movable Type, per questo ed altri motivi, è inferiore a WordPress;
  2. Tentare di convincere Six Apart o sviluppatori terzi a creare l’equivalente di Akismet.

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