In questo post, giorni addietro, avevamo scritto:
Ma soprattutto resta da capire dove si trova il punto di pareggio economico e finanziario della nuova Alitalia. Se non fosse particolarmente basso, per effetto di una feroce compressione dei costi, il rischio di accumulare perdite operative e tornare a bruciare cassa sarebbe realtà , e in quel caso sarebbe solo questione di tempo prima di assistere all’ennesimo psicodramma dell’italianità .
Oggi, grazie ad Andrea Giuricin, possiamo integrare quelle considerazioni con la stima (ottimistica) delle perdite operative che attendono nel 2009 la “nuova” Alitalia:
Le stime vedono un’Alitalia gravemente malata con delle perdite per il 2009 pari a 630 milioni di euro, più di quanto fatto dalla pre-fallimentare vecchia Alitalia nel 2007. In questa stima consideriamo anche minori costi dovuti alla diminuzione del prezzo del carburante per circa 200 milioni di euro e stimiamo ottimisticamente che il petrolio non aumenti le proprie quotazioni.
Se le perdite saranno di questa portata le ipotesi sono due: la ricapitalizzazione o il fallimento.
Nel secondo caso si consumerebbe il secondo fallimento in meno di 20 mesi per il vettore di bandiera italiana, mentre in caso di ricapitalizzazione, necessaria entro i primi mesi del 2010, il 15 di Marzo del 2010 Air France diventerà socio di maggioranza della nuova Alitalia.
E i contribuenti italiani intoneranno l’inno di Mameli.