Tratto da un vecchio articolo di Paul Krugman, un esempio molto efficace spiega perché il rallentamento della velocità di caduta dell’economia (illustrato dal concetto di derivata seconda) è condizione necessaria ma non sufficiente per annunciare lo scampato pericolo.
Funziona così:
«Immaginate una azienda che produce widget (le aziende in questi esempi producono sempre widget), che in condizioni normali vende 100 pezzi al mese. L’azienda cerca di avere scorte pari alle vendite di un mese, cioè 100 unità. Ma per una qualche ragione le vendite calano a 90 pezzi al mese. Ed occorre un mese di tempo prima che l’azienda si accorga di quanto è accaduto. Alla fine del mese l’azienda, avendo prodotto 100 pezzi ma avendone venduti solo 90, si trova con scorte pari a 110, ma vuole detenerne solo 90. Per eliminare rapidamente l’eccesso di scorte potrebbe tagliare la produzione a 70 per il mese successivo, quindi riportarla a 90. Ma a meno che le vendite non aumentino nuovamente, ecco come va a finire: la produzione non recupera mai il suo livello originario.
L’economia funziona come il costruttore di widget. Quando la domanda cala, le scorte si accumulano, quindi la produzione crolla perché le imprese devono sbarazzarsi dell’eccesso di scorte. Da ultimo, c’è un “rimbalzo da scorte”, quando il loro eccesso viene eliminato. Ma il rimbalzo non è necessariamente presagio di una vera ripresa. Per ottenere quella servono maggiori vendite agli acquirenti finali»
Proprio così: dapprima c’è un calo della domanda, le aziende si trovano con un eccesso di scorte, tagliano la produzione (anche l’occupazione, sotto dati scenari). Poi la domanda smette di cadere. A quel punto, per effetto-confronto rispetto ad un certo numero di periodi precedenti, anche i dati macroeconomici pubblicati smettono di peggiorare e si stabilizzano. Ma poiché i dati macro (o meglio la loro percezione a livello mediatico e di opinione pubblica) esprimono variazioni percentuali e non livelli assoluti, non si coglie immediatamente che l’economia si trova su livelli di attività inferiori rispetto al pre-crisi.
Occhio alle illusioni ottiche indotte dalle variazioni percentuali: tutte le cadute prima o poi cessano, ma quello che conta davvero è la ripresa della domanda.